“Almeno 10mila richiedenti asilo e rifugiati in Italia vivono al di fuori del sistema di accoglienza in situazioni di precarietà e marginalità, senza assistenza istituzionale e con scarso accesso alle cure mediche, in siti informali come parchi, stazioni ferroviarie, baraccopoli, edifici occupati, in aree urbane e rurali”. E’ quanto denuncia Medici senza frontiere nel rapporto ‘Fuori campo’ dedicato a “Richiedenti asilo e rifugiati in Italia: insediamenti informali e marginalità sociale”. Lo studio è frutto di una ricerca condotta da Msf nel 2015. “Buona parte delle 100mila persone presenti nei centri di accoglienza e di quanti arriveranno nei prossimi mesi potrebbero presto condividere questa marginalità, inaccettabile in un Paese come l’Italia”, ha commentato Loris De Filippi, presidente della ong.
“Abbiamo fatto una mappa dell’accoglienza che esclude in 35 siti di cui 26 visitati da Msf, ed è stato intervistato un campione di 565 persone con questionari a risposta chiusa. Le condizioni umanitarie degli insediamenti informali sono drammatiche. Di queste persone fuggite da situazioni drammatiche non si occupa nessuno. La mappatura è stata fatta fra aprile e giugno del 2015″, evidenzia Msf. Il sistema governativo di accoglienza non funziona, non solo perché non ci sono posti, ma perché è gestito male”, dice il ricercatore e operatore umanitario di Msf Giuseppe De Mola.