Uno dei fiori all’occhiello dell’ex ministro Flavio Zanonato, all’epoca in cui era alla giuda della giunta di centrosinistra, è stato reciso con un voto secco del consiglio comunale di Padova, voluto da Lega Nord e Pdl. Cancellata, dopo una lunga discussione e aspre polemiche, la “Commissione per la rappresentanza dei cittadini stranieri” che vide la luce nel 2011.

La maggioranza di centrodestra si trova oggi a governare una città di quasi 210mila abitanti, dove i residenti stranieri sono 33mila, pari al 15,7 per cento, mentre gli extracomunitari sono 25mila, il 75 per cento di tutti gli stranieri. Nonostante questo, la giunta di Massimo Bitonci, che del contrasto all’immigrazione ha fatto una bandiera, ha deciso che la struttura comunale deputata a favorire l’integrazione è inutile e costosa.

Apparentemente solo una questione di risparmio (il costo in questi anni è stato di 25mila euro), effetto della spending review che impone ai Comuni di rinunciare agli enti non indispensabili. Parole felpate, quelle del primo cittadino. “La commissione è inutile, perché gli stranieri hanno gli stessi diritti degli italiani e possono fare riferimento a me, agli assessori o ai consiglieri comunali eletti. Basta prendere un appuntamento. Nessuna battaglia ideologica da parte nostra. Non vogliamo ghettizzare gli stranieri, anzi molti di loro hanno votato me, ben conoscendo come andava il regime sovietico nel loro Paese”.

Eppure la battaglia in aula è stata dura. Non fosse altro che per i 450 emendamenti presentati dalle minoranze. Soltanto 19 sono stati dichiarati ammissibili e la maggioranza li ha respinti tutti. Sparisce così la struttura che dava rappresentanza in consiglio comunale, con diritto di parola ma non di voto, agli immigrati extracomunitari. Inutili le barricate del Pd e del M5S. “Bitonci e i suoi scudieri, assieme agli ormai ex liberali e moderati di Fi oggi convertiti al leghismo più duro e puro, hanno compiuto un crimine politico contro la nostra città” ha denunciato il consigliere Massimo Bettin (Pd). Il pentastellato Giuliano Altavilla: “Due anni fa, quando si insediò, Bitonci aveva promesso che sarebbe stato il sindaco di tutti. È evidente che sta accadendo l’esatto contrario”. Amaro lo sfogo dell’albanese Egi Cenolli, ormai ex presidente della Commissione soppressa. “Cinque anni fa la commissione aveva fatto parlare di Padova in tutta Italia diventando un modello per molte altre città. Evidentemente è stato un errore… In realtà il dialogo tra persone provenienti da territori diversi è sempre più difficile”.

Prima di oggi la giunta Bitonci aveva chiuso gli sportelli dei Centri informazioni e servizi agli immigrati, assegnato 8 punti di premio a chi risiede a Padova da 20 anni per le case pubbliche, ha vietato l’uso di palestre nel Ramadan, annunciato che non consentirà il sorgere di nessuna nuova moschea e ha eliminato i mediatori culturali nelle scuole. Senza dimenticare l’obbligo di chiusura dei locali etnici entro le 20.

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