Manca ancora l’ultimo passaggio parlamentare. Che dovrebbe concludersi a breve a Montecitorio. Poi ci sarà da superare il verdetto finale del referendum. Ma nell’attesa, a Palazzo Madama, si stanno portando avanti con il lavoro. E, aspettando il via libera definitivo (al momento solo eventuale) al ddl di riforma costituzionale che porta la firma della ministra Maria Elena Boschi, ci si prepara già all’avvento del nuovo Senato. Radicalmente modificato tanto nella composizione che nelle funzioni. Il primo passo è il master in Analisi e valutazione delle politiche pubbliche che sarà inaugurato oggi dal presidente Piero Grasso insieme agli altri protagonisti dell’iniziativa. Tra i quali il presidente della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni Franco Iacop e il rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Michele Bugliesi.
Il master, rivolto ai funzionari di Palazzo Madama e a un gruppo di trenta laureati già selezionati, ha l’obiettivo di contribuire alla formazione di personale impegnato ad assistere e coadiuvare gli organi politici “nella valutazione delle politiche pubbliche” e dell’impatto “delle politiche europee sui territori”. Vale a dire le funzioni centrali affidate dalla riforma costituzionale al nuovo Senato. Che nella nuova Carta assume il ruolo di raccordo e collegamento con le Regioni e l’Unione europea. “L’iniziativa nasce proprio dal nuovo assetto che la riforma costituzionale conferisce al Senato – spiega sentito da ilfattoquotidiano.it il presidente della Conferenza delle assemblee regionali –. In particolare rispetto alla funzione di analisi e valutazione che diventerà uno degli assi centrali del Senato stesso”. Una collaborazione quella tra Palazzo Madama e Conferenza dei Consigli regionali che parte da lontano. E che risale addirittura alla XIV Legislatura, quando si sperimentò, la prima volta, l’approfondimento del tema dell’impatto della legislazione europea sulle Regioni italiane.
“Questo master è in sostanza un luogo di formazione congiunta e condivisa”, prosegue il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia in carica. Insomma, un’iniziativa considerata indispensabile. Anche se per il via libera definitivo alla riforma sarà necessario superare lo scoglio di un referendum dall’esito tutt’altro che scontato. “L’importante è farsi trovare pronti e arrivare all’appuntamento con la consultazione popolare non schierati ma già formati – spiega ancora Iacop –. Perché riteniamo che, a prescindere dalle diverse opinioni nel merito, questa riforma sia l’occasione per sciogliere i nodi irrisolti del Titolo V della Costituzione che ha lasciato in eredità un vasto contenzioso Stato-Regioni invece di favorire un equilibrato raccordo tra le Istituzioni”.