In un paragrafo del Def, Documento di economia e finanza, l'esecutivo ha riproposto l'ipotesi di tagliare la reversibilità. Salvo poi smentire frettolosamente, con l'intervento del stesso ministro Giuliano Poletti che parla di "errore tecnico". Damiano: "Vorrei più attenzione nella redazione dei testi da parte dell'esecutivo"
“È difficile pensare a un refuso, mi sembra esplicito che il governo ci provi. Ma altrettanto ferma ed esplicita è la nostra opposizione”. Susanna Camusso, segretario generale Cgil, torna alla carica del governo sul campo delle pensioni di reversibilità, cioè la quota di assegno che, dopo la morte del pensionato, viene corrisposta al coniuge e alla famiglia. A riaccendere la miccia è stato un paragrafo del Def, Documento di economia e finanza, dove l’esecutivo riproponeva l’ipotesi di tagliare la reversibilità. Salvo poi smentire frettolosamente, con l’intervento ufficioso dello stesso ministro Giuliano Poletti. Un copione già visto a febbraio, quando un articolo del disegno di legge delega sul contrasto alla povertà era stato accusato di volere ridurre queste prestazioni previdenziali. Ma le rassicurazioni dell’esecutivo non bastano a tranquillizzare i sindacati, che si diranno contenti solo quando il riferimento sarà definitivamente cancellato dal testo di legge.
“Ci crederò solo quando i tagli alla reversibilità saranno stralciati dal Def e dalla legge delega”, spiega Ivan Pedretti, segretario generale Spi Cgil, il sindacato dei pensionati. Pedretti, va ricordato, è colui che ha acceso la polemica due mesi fa, accusando il governo di “fare cassa sulle spalle delle vedove”. “Il governo ha sbagliato? Questo non lo so – afferma il sindacalista – Noi crediamo ai fatti. E i fatti dicono che i tagli alle pensioni di reversibilità sono entrati anche nel Def. E finché quel passaggio non sarà eliminato, per noi il problema rimane. E continueremo la nostra battaglia”. Sul pasticcio del governo, Pedretti chiosa: “Che siano un po’ più credibili”. Annamaria Furlan, segretario generale Cisl, aggiunge: “Le pensioni di reversibilità sono davvero basse nel nostro Paese. Pensiamo a pensioni che non arrivano a 900 euro in tanti casi. Ci mancherebbe anche che le abbassassimo”.
Ora, il testo di legge incriminato è all’esame della commissione Lavoro della Camera, presieduta da Cesare Damiano del Pd. Già a febbraio, l’ex ministro del Lavoro si era schierato contro i tagli alla reversibilità e si era impegnato a correggere la norma. “Capisco che il testo del Def, in alcune parti, può essere un copia e incolla di testi precedenti – sostiene il deputato dem – Purtroppo c’è stato un errore grossolano. L’importante è che il governo riconosca l’errore e che si ponga rimedio, nel testo di risoluzione del Def e nella legge delega. Se non lo fa il governo, farò un emendamento. Mi sento abbastanza tranquillo, ma vorrei ci fosse maggiore attenzione nella redazione dei testi da parte dell’esecutivo”. E annuncia: “Faremo in modo che i testi siano coerenti con le dichiarazioni. Altrimenti su questo punto si determinerebbe una rottura con il governo, ma penso che non avverrà”.
L’esecutivo, infatti, si è trincerato dietro la tesi della svista. E ha promesso che le pensioni di reversibilità non subiranno alcun ritocco. Il ministero del Lavoro sostiene che si è trattato di un errore tecnico, mentre Giuliano Poletti spiega che “c’è l’impegno del governo a correggere il testo della delega legislativa sulla povertà per chiarire fuori da ogni equivoco che le pensioni di reversibilità non saranno toccate”. Anche Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha parlato di “un equivoco nato da una frase generica”, aggiungendo che “non c’è mai stata la volontà di intervenire sulle pensioni di reversibilità”. Sulla stessa linea il commissario alla spending review Yoram Gutgeld: “Le pensioni di reversibilità non verranno toccate”.
Eppure, le dichiarazioni dei rappresentanti del governo vanno in direzione opposta rispetto a quanto scritto nel Def. Così diceva il documento: “Le risorse stanziate per gli anni successivi al 2016 sono destinate all’introduzione di un’unica misura nazionale di contrasto alla povertà e alla razionalizzazione degli strumenti e dei trattamenti esistenti”. Insomma, si ribadiva quanto scritto nel disegno di legge sul contrasto alla povertà. In quel testo, si faceva riferimento all’intenzione di razionalizzare “prestazioni di natura previdenziale”, tra le quali rientravano proprio le pensioni di reversibilità. Al momento della pubblicazione, a febbraio, queste poche frasi avevano acceso un focolaio di polemiche, riacceso in questi giorni dal Def. E che promette di non spegnersi facilmente.