Intanto arriva un addio di quattro esponenti democratici napoletani. "Ci imbarazzano le contorsioni etiche - si legge in una lettera - del gruppo dirigente nazionale rispetto a Napoli e alla gestione del post-primarie, ma anche alla scelta di chiedere ai nostri elettori di non andare a votare al referendum"
Archiviazione per i due esponenti democratici protagonisti dei video di Fanpage che indicavano chi votare fornendo anche un euro se necessario nel giorno delle votazioni delle primarie. La commissione di garanzia del Pd di Napoli ha deciso il non luogo a procedere per le posizioni di Antonio Borriello e Gennaro Cierro. La votazione non è stata unanime per decidere le sorti dei due “buttadentro”: 3 voti a favore, due contro e un astenuto.
“L’assoluzione, a maggioranza, delle persone filmate mentre distribuivano soldi fuori ai seggi è la coerente conclusione di una indegna vicenda – dice Antonio Bassolino che si era visto bocciare per ben due volte il ricorso -. È autolesionismo irresponsabile e un regalo alle altre forze politiche. È mancato solo un pubblico elogio ma il premio verrà con le candidature”.
Intanto proprio da Napoli arriva un addio di quattro esponenti “Questa volta ci avete proprio convinti, addio al Pd” scrivono in una lettera sui socia Paola De Gennaro, ex assessore alla V municipalità a Napoli e membro della direzione regionale del Pd; Nazario Malandrino, delegato regionale all’Assemblea Costituente PD Campania e cofondatore gruppo PD al Consiglio della VI Municipalità di Napoli; Antonello Simeoli, consigliere V Municipalità Napoli e Presidente della Commissione Lavori Pubblici e Viabilità; Nino Simeone, commissione provinciale di Garanzia del PD Napoli.
I quattro potrebbero unirsi al percorso del sindaco uscente Luigi de Magistris, ricandidato. “Ci stiamo guardando intorno – spiega Paola De Gennaro – de Magistris rappresenta un’esperienza di sinistra a Napoli. È una riflessione che stiamo facendo in queste ore” . Nella lettera d’addio, i quattro sottolineano che “da troppo tempo ormai avvertiamo il disagio e il tormento del dover mantenere la barra a dritta, anche quando si fa palese la deriva a destra del Partito Democratico. Una deriva che nonostante la coerenza e correttezza che abbiamo cercato di testimoniare, ha determinato un allontanamento da noi: ci hanno lasciato molti dei nostri compagni più vicini e buona parte dell’elettorato che non considera più questo Pd attendibile ed affidabile, soprattutto non più di sinistra”.
A far scattare la molla anche il caso-primarie e il referendum di domenica: “Ci imbarazzano le contorsioni etiche – si legge – del gruppo dirigente nazionale rispetto a Napoli e alla gestione del post-primarie, ma anche alla scelta di chiedere ai nostri elettori di non andare a votare al referendum”.