Ironia della sorte, proprio nel giorno della partenza per Teheran del premier Matteo Renzi, torna alla memoria la figuraccia internazionale rimediata nel gennaio scorso dall’Italia, in occasione della precedente trasferta romana del presidente iraniano Hassan Rouhani. Causata dall’incauta iniziativa di coprire, con dei pannelli bianchi, le statue di nudi nei Musei capitolini in segno di “rispetto alla cultura e alla sensibilità” del capo di Stato straniero ospite nella capitale. Dopo giorni di polemiche e scaricabarile i sospetti finirono per ricadere sul Cerimoniale di Palazzo Chigi. Protagonista, solo qualche settimana prima, anche di un altro brutto scivolone: la rissa tra i dirigenti al seguito di Renzi andata in scena durante la visita di Stato a Riyad, per accaparrarsi i Rolex più preziosi donati dai sauditi alla delegazione italiana. Ora, mentre Renzi è in volo per l’Iran, di Cerimoniale si torna a parlare, ma per tutt’altra ragione, in una lettera del sindacato Dirstat indirizzata al segretario generale della Presidenza del Consiglio, Paolo Aquilanti. E anche stavolta le polemiche non mancano. Innescate dalle indiscrezioni sulla possibile sostituzione di Ilva Sapora, la dirigente a capo del delicato servizio ormai prossima alla pensione, “con un giovane e brillante diplomatico”.
Una eventualità che ha armato la penna del Dirstat. “Se tutto ciò dovesse corrispondere al vero per l’ennesima volta si vedrebbero lese le aspettative dei dirigenti della Presidenza del Consiglio – si legge nella missiva al segretario generale –, dirigenti che sono, nella maggior parte dei casi, competenti, volenterosi nonostante la penuria di risorse umane e finanziarie in cui versano”. L ’ufficio del Cerimoniale di Stato e per le onorificenze, prosegue il sindacato, “è costituito da quattro servizi, due dei quali sono molto simili nelle attività che svolgono”. E cioè” il servizio del Cerimoniale nazionale” e quello delle “visite di Stato e accoglienza”. Ad essi si aggiungono, inoltre, “il servizio del Cerimoniale all’estero che cura gli aspetti organizzativi e la logistica delle visite all’estero del presidente del Consiglio e, in ultimo, il servizio per le Onorificenze e l’araldica (che richiede una competenza specifica ed un’altissima professionalità)”. Le perplessità del Dirstat, circa la possibilità che alla Sapora subentri un diplomatico, poggiano tutte sull’esperienza pregressa. “Al contrario di quanto si possa immaginare, è già avvenuto, purtroppo, in passato che un consigliere del ministero Affari esteri (Mae) occupasse il ruolo di coordinatore dell’ufficio del Cerimoniale – ricorda la sigla sindacale –. Ma con scarsi successi dato che esiste anche un ufficio del Consigliere diplomatico”. Figura “proveniente dal Mae e che di solito ha il rango di ambasciatore”.
Un precedente che, nell’esperienza passata, “ha provocato una sovrapposizione di ruoli ed una grande confusione nella gestione delle attività, come abbiamo visto dai recenti imbarazzi”. Quindi, secondo il Dirstat, affidare ad un funzionario della carriera diplomatica il coordinamento del Cerimoniale “non ha davvero senso”. Senza contare che una scelta di questo genere “toglierebbe ai dirigenti” di Palazzo Chigi “la possibilità di accedere ad un posto che è sempre stato, come norma vuole, appannaggio dei dirigenti di ruolo della Presidenza del consiglio”. Insomma, secondo il sindacato, “l’attività del coordinatore del Cerimoniale di Stato è un lavoro che non ha nulla a che vedere con la preparazione che viene data ai consiglieri diplomatici”. Anche perché, se “conoscere bene tante lingue straniere può aiutare”, certamente “non basta per essere un buon capo dell’ufficio del Cerimoniale”. Per questo il Dirstat conclude il suo intervento con una richiesta espressa al segretario generale: “Dissuada chi ha questa intenzione e faccia dell’ufficio la perla della Presidenza del Consiglio: ne ha il dovere e l’onere”.
Twitter: @Antonio_Pitoni