Diceva Gramsci che essere rivoluzionari significa sempre chiamare le cose con il loro nome, senza temerne le conseguenze. Ciò ci permette di dire che oggi viviamo nell’epoca meno rivoluzionaria dell’intera storia umana, l’epoca in cui i colpi di Stato sono ipocritamente detti governi tecnici, le distruzioni dei diritti sono chiamate riforme e le aggressioni imperialistiche sono salutate come missioni di pace. Chi oggi propone la riscrittura della carta costituzionale deve essere chiamato, senza infingimenti e formule edulcoranti, traditore della patria e del popolo italiano.
La Costituzione italiana – tutti lo sanno o dovrebbero saperlo – è testo fondativo della storia italiana: è sulle sue basi che si spiega non solo la storia italiana del secondo Novecento, ma anche l’orgoglio di un popolo che, risollevandosi dopo le tragedie belliche, si dà una nuova forma di organizzazione sociale e politica. La nostra Costituzione, probabilmente la più bella dell’intero Occidente, sorge sul fondamento della fine dei nazifascismi e sul fecondo intreccio dei punti più alti della tradizione cattolica e di quella comunista: mette a tema, marxianamente, la dignità del lavoro e, secondo la prospettiva cattolica, la dignità della persona umana.
È un testo, diciamolo pure, incompatibile con l’odierna dittatura del capitale finanziario, che deve distruggerla: e lo fa servendosi di burattini, servi e traditori che magari si dicono pure eredi di Gramsci, che invece hanno ucciso una seconda volta. Traditori della patria e del popolo, meri servi del capitale finanziario. Occorre chiamare le cose col loro nome. Anche perché – sappiatelo – la Costituzione verrà cambiata non certo per essere migliorata, bensì per essere resa compatibile con la tirannia del mercato e la dittatura imperante de capitale finanziario. Verrà riscritta per mettere in congedo i residui punti cristiani e comunisti che la animano e che sono incompatibili con il nichilismo tecnico del capitale finanziario.
Mi domando dove siano finiti coloro i quali, al tempo del Cavaliere di Arcore, scendevano in piazza un giorno sì e l’altro pure per difendere la Costituzione violata. Ora sono essi a promuovere o ad accettare silenziosamente la sua riduzione a carta straccia (il signor Benigni, ad esempio, che fine ha fatto?). Sono, di più, coloro i quali la violano invocando le ‘cessioni di sovranità’ in favore dell’Unione Europea: la Costituzione italiana non prevede cessioni di sovranità, ma solo sue limitazioni. Ecco perché verrà riscritta, ecco perché verrà distrutta, ecco perché sarà adattata al capitale vincente. I padri fondatori sono uccisi dai loro irresponsabili eredi.