Il fondo Atlante “indebolirà il profilo finanziario delle grandi banche italiane (Unicredit e Intesa Sanpaolo, ndr) e i rispettivi rating potrebbero finire ulteriormente sotto pressione, se saranno chiamate a fornire ulteriore sostegno straordinario al settore bancario” su richiesta delle autorità governative. Lo sostiene l’agenzia di rating Fitch in un report dedicato al settore bancario alla luce del prossimo lancio del fondo per gli aumenti di capitale e la gestione delle sofferenze degli istituti. Non solo. Secondo Fitch la creazione del fondo Atlante “potrebbe riscontrare qualche rischio di esecuzione“. Ma soprattutto, rileva ancora l’agenzia, per varare Atlante potrebbe essere necessaria l’approvazione della Commissione europea e la possibilità che la Cassa Depositi e Prestiti possa partecipare al fondo potrebbe incappare nell’esame sugli aiuti di Stato.
Analoga l’opinione espressa dal Financial Times secondo cui “il piano di Renzi sulle banche non è abbastanza ambizioso” visto che non risolve i problemi di capitalizzazione e ripone troppa fiducia nella riforma. Per il quotidiano della City il piano “distribuisce capitali in modo illogico” perché “prende dalle banche più forti e meglio gestite e dà a quelle piccole e inefficienti”, ma se non si interviene su management e strategia delle banche ragionali “si rischia di indebolire il sistema nel suo complesso”. La risposta di Renzi a questi dubbi, continua l’Ft, è che il fondo è solo una parte della soluzione” in vista di una “più ampia riforma delle procedure fallimentari italiane in linea con le norme europee”. Questo, “si spera, spingerà il mercato dei non performing loans” osserva il Financial Times secondo cui “il piano di Renzi potrebbe essere razionale e la riforma sarebbe certamente accolta con favore” ma “l’intoppo potrebbe essere che si riveli troppo blanda” e così l’incertezza sulla capacità effettiva di rafforzare il sistema “lascia aperta la possibilità di altre crisi“.
“Nulla nella storia recente dell’Italia fa credere che una riforma ampia possa essere realizzata rapidamente”, aggiunge ancora il quotidiano inglese, e “il governo farebbe meglio ad accettare la necessità di una risoluzione mentre compie passi per evitare che situazioni di vulnerabilità abbiano ricadute sul sistema finanziario”. Il Ft conclude riconoscendo a Renzi “il merito di aver affrontato la testa dell’Idra del problema del sistema bancario dell’Italia. Ma deve fare di più e uccidere il serpente”.
L’unico giudizio positivo sul fondo di cui il governo rivendica la natura “privata” è arrivato da Carlo Cottarelli, direttore esecutivo per l’Italia al Fondo monetario internazionale, secondo cui “è una cosa giusta, una cosa importante da fare. E’ nella direzione che il Fmi ha indicato”. Posizione sottoscritta da Josè Vinals, responsabile del Dipartimento dei Capitali del Fmi, che ha parlato di “un passo nella direzione giusta” per pulire i bilanci delle banche.