Il presidente della Repubblica: "Non basteranno le barriere se l'Europa non farà passi avanti come progetto comune. Registrazione, asilo, ricollocazione e rimpatri per chi non ha diritto all'asilo si tengono insieme"
I muri e le barriere “non basteranno a proteggerci”. Anzi, “dividono l’Europa” e insieme sono “una zavorra che ne appesantisce”. Insomma “quanto sta avvenendo al Brennero“, “tornare indietro da Schengen sarebbe un atto di autolesionismo per tutti”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sceglie l’incontro per il dialogo italo-tedesco di Torino per mandare un messaggio a Berlino perché Bruxelles intenda. “Non basteranno i muri e le barriere a proteggerci – dice – se l’Europa non farà passi avanti come progetto comune. Abbiamo lavorato settant’anni per abbattere i muri che dividevano l’Europa: non lasciamo che rinascano, creando diffidenze e tensioni laddove, al contrario, servono coesione e fiducia”. Lo dice mentre l’Austria sta erigendo nuove frontiere “vecchio stile” al confine tirolese. “Ai protagonisti della vita economica e sociale, tedeschi e italiani, riuniti in questa occasione – aggiunge il capo dello Stato – segnalo una missione: abbiamo bisogno di ‘Mehr Europa’, ‘più Europa’. Questa è la nostra comune grande responsabilità”.
Per il presidente “registrazione, asilo, ricollocazione e rimpatri per chi non ha diritto all’asilo si tengono insieme: non può esserci registrazione per quanto completa e scrupolosa, che possa essere efficace senza effettiva ricollocazione e senza accordi di rimpatrio che soltanto l’Unione Europea può gestire proficuamente con i Paesi di origine”. Insomma, “l’inedita questione migratoria va affrontata con l’intelligenza del senso della realtà: tenendo insieme l’accoglienza di chi ha diritto d’asilo, l’integrazione di chi viene a lavorare nelle nostre società e così contribuisce al nostro benessere, la fermezza nel contrastare i trafficanti di uomini“. Secondo Mattarella “lasciare senza risposte le migliaia di donne e uomini che fuggono da guerre, violenze, devastazioni e che oggi bussano alle porte dell’Europa, non è possibile”.
Come l’Europa affronterà la questione dell’immigrazione, per il Quirinale, dirà molto anche dell’identità e del futuro del continente, degli Stati membri dell’Unione. “Non abbiamo un ‘piano B’ – dichiara Mattarella – Nessuno può realisticamente vantare un ‘piano B’, fondato su una presunta via ‘nazionale’ alla soluzione dei problemi che interpellano il Continente. Anzi, possiamo dire che laddove l’Europa ha mancato in solidarietà nell’accoglienza dei profughi, o nella sua politica estera, o in efficacia nel contrasto alle bande di estremisti assassini, questo è avvenuto per una carenza di Europa e non per un suo eccesso”. Italia e Germania “non hanno mai fatto ricorso a politiche di rifiuto del dialogo. Al contrario, l’approccio è sempre stato costruttivo, teso a individuare i punti di equilibrio; e a coagulare intorno ad essi il consenso di altri Paesi membri della Ue, alla ricerca di posizioni mai imposte ma sempre condivise. Questo è il metodo di lavoro che Germania e Italia hanno sempre proposto”. Al contrario “è un’illusione pensare che la soluzione consista nel rinunciare a ciò che siamo. Rinunciare, cioè, a principi fondamentali del nostro essere europei, a diritti che abbiamo costruito e che abbiamo il dovere di tutelare, e di diffondere, per noi e per le future generazioni. Le semplificazioni non producono proposte idonee all’ampiezza dei fenomeni che abbiamo di fronte”. Anche perché, sottolinea il presidente della Repubblica, lo chiedono gli stessi cittadini europei, la cui voce “si è levata alta per chiedere di combattere la barbarie del terrorismo”, “la più viva testimonianza di una pressante domanda di unità dell’Europa che non può rimanere inascoltata e che anzi deve ricevere coerente e rapida risposta”.