Valentina Tarallo, 29 anni, percossa dal suo aggressore - che rimane ricercato - a colpi di spranga. Secondo quanto pubblicato dalla Tribune de Geneve l'uomo è di origine africana e ha tra i 20 e i 30 anni
Si pensava che il movente fosse una rapina. Ma il responsabile della morte della ricercatrice italiana Valentina Tarallo, uccisa lunedì sera a Ginevra a colpi di spranga, potrebbe essere una persona che la vittima conosceva. O meglio, un uomo con cui avrebbe avuto una relazione. A scriverlo è il il quotidiano Tribune de Geneve, che cita fonti della polizia svizzera e spiega che l’assassino sarebbe una conoscenza della 29enne. Si tratta di un giovane di origine africana di età compresa tra i venti ed i trenta anni e alto circa 1 metro e 90. La procura intanto indaga per omicidio.
La ricercatrice è stata aggredita intorno alle 23 di lunedì sera in avenue de la Croisette da un uomo armato di una spranga di ferro che l’ha violentemente colpita alla testa a poche decine di metri dalla casa in cui abitava e dove stava probabilmente facendo rientro. Il sito del quotidiano di Ginevra riporta in fondo all’articolo l’appello rivolto ad eventuali testimoni, che sono invitati a mettersi in contatto con la polizia. Secondo Tribune de Geneve l’uomo avrebbe tentato di rubare la borsa della ricercatrice intorno alle 23 dell’11 aprile in Avenue de la Croisette a poche decine di metri dalla casa in cui abitava e dove stava probabilmente facendo rientro.