Verdone, seconda la megainchiesta pubblicata in Italia dal settimanale L’Espresso, avrebbe posseduto la Athilith Real Estate. Registrata nel 2009 la società è però stata liquidata nel 2014. “Ho pagato le mie tasse sui miei guadagni, con la massima diligenza. Sempre. E mai ho subìto un rilievo dai regolari accertamenti che la Finanza analiticamente e severamente svolge”, ha continuato il regista de L’abbiamo fatta grossa
“Non ho immobili o soldi a Panama. So chi ha carpito la mia buona fede”. Carlo Verdone rompe il silenzio sui Panama Papers. Dopo una settimana l’attore romano posta su Facebook un lungo scritto sul suo “presunto” coinvolgimento nell’affaire dei conti offshore nella repubblica centroamericana dichiarandosi estraneo alla vicenda. “Cari amici, mi dispiace molto non aver postato nulla per parecchi giorni. Ma mettetevi nei miei panni … non è affatto gradevole apparire sui media come una persona che avrebbe commesso qualche reato”, inizia la comunicazione ai propri fan del regista di Un sacco bello e Compagni di scuola che il 7 aprile scorso si è ritrovato nel lungo elenco tra coloro che, come il premier inglese Cameron e l’industriale italiano Luca Cordero di Montezemolo, possiederebbero o avrebbero posseduto un conto offshore a Panama. “Sono sorpreso di essere accostato a una società con sede a Panama”, spiegò per bocca del suo legale appena sbucato il suo nome nella lista incriminata. “Sono vicende queste che, senza i dovuti approfondimenti da parte di chi di dovere mi ascolterà, possono gettare ombre insopportabili e farmi apparire per quello che non sono e non sono mai stato. Ve lo dico chiaramente: non ho soldi o immobili a Panama, non ho mai pianificato di trasferire denaro in quel luogo. E, attenzione, non ho mai incaricato nessuno di aprire società ed esserne socio”.
Poi l’affondo dove Verdone sembra come suggerire che il suo nome sia stato usato per qualche operazione ma contro la sua volontà: “Visto che appare il mio nome in una società costituita a Panama, nel momento in cui avrò l’opportunità di essere ascoltato saprò, con estrema chiarezza, dimostrare la mia assoluta e totale onestà. E arrivare a chi, senza autorizzazione, carpendo la mia buona fede, ipotizzo che possa averlo fatto”. Verdone, seconda la megainchiesta pubblicata in Italia dal settimanale L’Espresso, avrebbe posseduto la Athilith Real Estate. Registrata nel 2009 la società è però stata liquidata nel 2014. “Ho pagato le mie tasse sui miei guadagni, con la massima diligenza. Sempre. E mai ho subìto un rilievo dai regolari accertamenti che la Finanza analiticamente e severamente svolge”, ha continuato il regista de L’abbiamo fatta grossa. “Molti di voi mi hanno fatto sentire il loro affetto: mi hanno rincuorato e li ringrazio tanto. Ma capisco anche chi ha pensato diversamente, leggendo queste “notizie”, andandoci giù pesante e arrecandomi molta amarezza. Ma è normale. A tutti, ripeto, quando questa insopportabile e oscura vicenda giungerà in superficie, saprò assolutamente rispondere in maniera limpida e sincera. Datemi fiducia. Vi chiedo solo questo. Grazie per avermi ascoltato. Carlo Verdone”.
A seguito del post in nemmeno un’ora Verdone ha raccolto più di seimila like e centinaia di commenti che non variano molto di tono, un coro unanime di fiducia cieca nel proprio beniamino cinematografico. “Caro Carlo, mai avuto dubbi sulla tua innocenza!” scrive Mara Carta; “Mai dubitato di te”, scrive Laura; “Gli scorpioni hanno sempre una vita piena di ostacoli, grandi riconoscimenti ma anche battaglie! Ce la farai!, gli fa eco un’altra fan. Gli attestati di fiducia arrivano, infine, anche da chi non la pensa “politicamente” come lui, ad esempio tal Nicola Speranza: “Nella vita non ci si smette mai di stupire.. Appena saputa la notizia ho pensato, no ma guarda questo. Poi dopo qualche minuto ho riflettuto ed ho detto. Ma Nicola ma sei proprio sicuro. Nicola ti pare uno come gli altri nomi che hanno fatto. O Verdone ti pare diverso? Verdone mi pare diverso, ho riflettuto. Un vero italiano ,dalla sponda politica sbagliata secondo me , ma uomo vero. Dopo queste parole che hai scritto voglio crederti”. Il secondo tempo del film Panama Papers per Carlo Verdone sembra volgere al meglio. Chissà se è già compreso il lieto fine.