Le nuove tecnologie? Non una reale alternativa. Meglio un matrimonio che potremmo definire all’antica, ovvero un’alleanza con un altro grande produttore di automobili. E’ questa la sintesi estrema le pensiero espresso da John Elkann dalla lettera inviata agli azionisti di Exor ieri, alla vigilia delle assemblee delle controllate FCA, Cnh e Ferrari.
La fusione con un player di grosse dimensioni, secondo Elkann, farebbe risparmiare a FCA qualcosa come 10 miliardi di euro all’anno. “E se proiettiamo questo valore negli anni, inizia a diventare molto interessante. Ma bisogna essere in due per ballare il tango e la maggior parte dei nostri concorrenti sono impegnati con le grandi opportunità che la tecnologia dirompente ha da offrire”. Pare di sentire riecheggiare le parole di Marchionne di qualche tempo fa, quando vaticinava che entro pochi anni ci sarebbe stato spazio “solo per una mezza dozzina di grandi gruppi mondiali”, perché quello dell’auto è un business che fa bruciare capitali ingenti a fronte di margini molto bassi.
Tornando alle parole del numero uno della finanziaria di casa Agnelli, viene da pensare ad un accantonamento dei progetti di merger con il gruppo PSA, non tra i più “grossi” nel senso in cui intende Elkann. Il riferimento, semmai, è al colosso General Motors e ai suoi, ripetuti, grandi rifiuti. L’amministratore delegato, Mary Barra, ha più volte dichiarato di voler ballare da sola: “fonderci con qualcuno? siamo troppo impegnati a fonderci con noi stessi”, la risposta sottile della Signora di Detroit.
Ma più che sulle schermaglie tra top manager, che pure nascondono interessi vitali, c’è da sottolineare che la strategia per il futuro tracciata da Elkann è in assoluta controtendenza rispetto a quanto sta accadendo nel mondo dell’auto. Gli altri concorrenti si stanno attrezzando per puntare all’elettrificazione della trazione, alcuni con la tecnologia “ponte” dell’ibrido altri puntando da subito alle emissioni zero, usando l’elettrico puro o sperimentando l’idrogeno con celle a combustibile. Marchionne invece ha fatto sapere di perdere più di diecimila euro ogni volta che vende una 500 a batteria.
Nondimeno, l’altra grande sfida è la guida autonoma. Stando alle dichiarazioni dei vari costruttori che ci stanno lavorando, le prime self driving car arriveranno sul mercato nel 2020. La tecnologia c’è, il quadro normativo entro cui muoversi ancora no. Ma arriverà, e con esso le quote di mercato. Che secondo Elkann, tuttavia, anche nella più rosea delle previsioni “non saranno superiori al 15% nel 2030, mentre il restante 85% delle auto non sarà a guida autonoma”. Il che porterebbe naturalmente alla conclusione di cui sopra: non conviene farci investimenti sopra. Meglio dunque spendere per un bel matrimonio, possibilmente all’antica.
L’impressione, tuttavia, è che il corteggiamento, a differenza di quanto avvenne con Chrysler, si stia rivelando più lungo e complicato del previsto. E la conferma è arrivata stamane a margine dell’assemblea degli azionisti di Amsterdam dallo stesso Sergio Marchionne: “l’alleanza con Gm è quella che avrebbe i numeri giusti anche se loro adesso non vogliono farla. Quando accadrà molto probabilmente non ci sarò io perché sarà in futuro. Quello che interessa a me dunque non può succedere adesso, quando accadrà saranno problemi di altri”.