Dopo il primo ministro islandese un’altra poltrona salta in Europa. Il ministro dell’Industria spagnolo, Jose Manuel Soria, ha annunciato – come riferisce El Pais – un passo indietro a seguito del coinvolgimento nello scandalo Panama Papers. Soria ha negato di avere o di aver avuto società con conti a Panama, ma il suo nome compare nella lista di nomi di potenti del mondo – almeno 140 politici tra cui 72 ex ed attuali leader – ad avere collegamenti con compagnie offshore per sfuggire al fisco nei loro paesi.
Soria si è dimesso anche dalla carica di deputato e presidente del Partito Popolare delle Canarie.
Lunedì scorso, El Confidencial e La Sexta hanno pubblicato dei documenti nei quali Soria compariva come amministratore di una compagnia offshore panamense nel 1992. Il ministro ha smentito di avere conti nei paradisi fiscali, ma dopo “un confronto con il premier” Mariano Rajoy ha deciso di presentare le dimissioni “considerando il danno evidente che questa situazione ha causato al Partito Popolare”.
Sul fronte Italia entrerà in azione il Fisco, ma solo dopo attente verifiche.. Sull’archivio dei rapporti finanziari con le informazioni dalle banche “sono in circolazione molte leggende. I dati per ora non li abbiamo ancora utilizzati – dice la direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, in un’intervista al Messaggero -. Da un anno e mezzo stiamo lavorando per renderli affidabili, ripuliri, standardizzarli. Poi dobbiamo confrontarci ulteriormente con le autorità competenti incluso il Garante della privacy. Ma non ci sarà nessun automatismo”. Per Orlandi “l’obiettivo è trovare i casi anomali più vistosi, tipo un soggetto sconosciuto al fisco che movimenta un milione di euro”.
Quanto ai Panama Papers, Orlando sottolinea che “tutta l’amministrazione finanziaria sta lavorando con vari canali, sotto la guida del ministro Padoan, per utilizzare al meglio queste informazioni. Ci sono anche Procure che si sono attivate quindi tra qualche mese potremo dire quali sono gli esiti. Per ora si può immaginare che alcuni di questi soggetti abbiano aderito alla voluntary disclosure”.