A oltre 12 ore dal terremoto 6.4 nella prefettura di Kumamoto, a sud ovest del Giappone, che ha provocato nove morti e oltre 800 feriti, di cui 53 gravi, altre tre scosse, di magnitudo 7,1, 5,3 e 6, sono state registrate sull’isola di Kyushu e a 11 chilometri di profondità. In un primo momento le autorità giapponesi avevano lanciato un’allerta tsunami con onde di un metro di altezza, ma ora l’allarme è rientrato. Per il momento non si hanno notizie di danni o vittime.
In base ai dati sulla prima scossa divulgati dalla prefettura centrale, sono circa 45mila le persone che finora sono state sistemate in 500 centri di accoglienza all’interno della regione, mentre una bambina di 8 mesi è stata tratta in salvo all’interno di una casa crollata. L’agenzia meteorologica ha segnalato più di 100 scosse di assestamento, tra la prima di magnitudo 6.5, registrata alle 21.26 con un epicentro di 11 chilometri di profondità, e le 6 del mattino, e l’ente avverte che altre scosse di intensità sostenuta potrebbero verificarsi. Almeno venti abitazioni sono crollate nella cittadina di Mashiki, quella maggiormente colpita dal sisma, con incendi sparsi sul territorio. Più di 1.000 agenti di polizia appartenenti a 19 uffici distrettuali sono sul posto per coordinare i soccorsi.
Secondo le ultime rilevazioni il primo terremoto è stato originato da una faglia trascorrente con uno spostamento sul piano orizzontale: poichè l’epicentro aveva una profondità ridotta (circa 11 km) il tremore causato ha raggiunto un’intensità estremamente elevata, la massima sulla scala giapponese, equiparabile a quella registrata a Fukushima. Nel frattempo l’Autorità per la Sicurezza Nucleare (NRA) ha confermato che le due centrali vicine, quella di Sendai nella prefettura di Kagoshima e quella di Genkai non hanno subito danni e nemmeno ci sono state modifiche nel livello di radioattività presente nell’ambiente. I reattori numero uno e due della centrale di Sendai in Kagoshima sono gli unici ad operare in Giappone.