Dopo che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha vietato a Tim di triplicare le tariffe telefoniche di base, un rincaro che sarebbe dovuto scattare dal primo aprile, l'ex monopolista ha deciso di sospendere l'offerta Voce che avrebbe penalizzato 700mila clienti abbonati alla sola rete fissa
A pochi giorni dalla sospensione del servizio Prime, Tim ha deciso di mettere in stand by anche la rimodulazione tariffaria dell’offerta Voce che sarebbe dovuta partire il primo aprile 2016 e che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha però vietato, perché avrebbe triplicato le bollette dei clienti che hanno la vecchia linea telefonica di base e non hanno aderito nel corso degli ultimi mesi alle offerte ‘tutto incluso’ che prevedono traffico voce e dati illimitati.
Tim, spiega in un comunicato, ha preso questa decisione con “l’obiettivo di garantire alla propria clientela la massima consapevolezza e trasparenza sulle condizioni economiche dei servizi offerti e al fine di assicurare e favorire un confronto aperto, sereno e costruttivo con l’Agcom”. Certo è che se l’Authority non fosse intervenuta diffidando la società e costringendola a bloccare il rincaro, circa 700mila clienti abbonati alla sola rete fissa (cioè il 3% della della clientela totale Tim) si sarebbero visti in bolletta un aumento delle chiamate dal fisso da 10 a 20 centesimi e l’introduzione di uno scatto alla risposta di 20 centesimi.
“Un incremento del 300% del prezzo delle chiamate nazionali da linea tradizionale che – ha spiegato l’Agcom nel suo intervento contro l’ex monopolista della telefonia – non appare giustificato da condizioni economiche generali quali l’andamento dei prezzi al consumo o l’aumento del potere di acquisto degli italiani. Inoltre – ha sottolineato l’Authority – un aumento così consistente che presenta un alto rischio di esclusione sociale dalla cosiddetta rete di sicurezza, il cui accesso e altri servizi di base sono sottoposti agli obblighi di servizio universale“. L’evidente rischio è, infatti, che l’offerta danneggi gli utenti a basso reddito o gli anziani che non hanno intenzione di utilizzare Internet.
Un intervento durissimo, questo dell’Authority, che ha così spinto Tim a bloccare questo salasso che negli scorsi mesi aveva generato una sommossa da parte delle associazioni dei consumatori. “Con il nuovo aumento – avevano denunciato – si vogliono obbligare i clienti a passare al contratto Tutto Voce che ha sì chiamate illimitate, ma è ben più dispendioso per i consumatori che dovranno pagare così un costo fisso mensile di 29 euro contro gli attuali 19 euro”. Numeri alla mano, se non si sfruttano le chiamate illimitate verso fissi e mobili, il gioco non vale infatti la candela: se prima, per ogni bimestre, si spendevano 38 euro da sommare al costo delle singole chiamate, con la nuova offerta, facendo meno di un’ora e mezza al mese di telefonate, si spenderanno 58 euro.