La trasmissione è stata un crescendo: se nella prima puntata, infatti, l'intesa tra le due non era perfetta e c'era troppa parte “parlata”, nelle due settimane successive i tanti e bravissimi autori hanno corretto il tiro, hanno aggiustato in corsa una bella macchina che ogni tanto faceva qualche rumorino di troppo
Si è conclusa con la terza puntata, l’esperienza televisiva inedita di Laura & Paola, il varietà di RaiUno condotto da Laura Pausini e Paola Cortellesi. Terza sfida con Ciao Darwin su Canale5, seconda sconfitta di seguito all’Auditel: 5.360.000 di spettatori (27,04% di share) per Bonolis, 4.279.000 (19,55%) per RaiUno. Una sconfitta attesa, perché riabituare il pubblico televisivo al varietà non è cosa semplice, di questi tempi. Ma al contempo è una sconfitta che limita i danni e che fa comunque ben sperare per il futuro di un genere che negli ultimi anni è stato coniugato solo ed esclusivamente al passato.
Laura & Paola è stato un crescendo: se nella prima puntata, infatti, l’intesa tra le due non era perfetta e c’era troppa parte “parlata”, nelle due settimane successive i tanti e bravissimi autori hanno corretto il tiro, hanno aggiustato in corsa una bella macchina che ogni tanto faceva qualche rumorino di troppo. Più musica, più duetti, più momenti di intrattenimento puro, con coreografie, canzoni e abiti da grande show americano. Il programma è stato un esperimento riuscito, con tutti i difetti di un programma che è nello stesso tempo tradizionale e rivoluzionario. Cortellesi e Pausini, considerate “strana coppia” prima di questo test televisivo, si sono completate a vicenda, con la prima nei panni della sicura professionista del settore e la seconda in quelli dell’outsider, della “peste” che crea scompiglio e ogni tanto si lascia scappare qualche parolaccia. Un gioco delle parti che ha dato i suoi frutti, con un’amalgama che è cresciuta esponenzialmente nel corso delle tre puntate. I tanti ospiti che si sono susseguiti sul palco sono stati invece la variabile impazzita del programma. A volte efficacissimi, portatori di un valore aggiunto prezioso, come nel caso di Noemi, Arisa o Fabio De Luigi, altre volte completamente inutili, come venerdì sera Stefano Accorsi, evidentemente presente solo per promuovere il suo ultimo film Veloce come il vento e che non si è integrato affatto con le due conduttrici.
I momenti musicali sono stati il fiore all’occhiello del programma: dai difficilissimi medley iniziali a inizio puntata al ricordo di alcuni gruppi gloriosi del passato (il Trio Lescano con le canzoni di Rihanna e Beyonce di venerdì sera con Arisa è stato epico), Pausini e Cortellesi sono state eccellenti interpreti di musica indimenticabile. Della Pausini inedita ed efficace intrattenitrice abbiamo già parlato la settimana scorsa, ma è bene sottolineare il talento multiforme e mai in discussione di Paola Cortellesi, artista a tutto tondo e protagonista di una maturazione professionale forse mai vista negli ultimi decenni di spettacolo italiano. Dalla Gialappa’s a oggi, l’attrice romana è riuscita a perfezionarsi, a studiare, a far maturare un talento innato ma al tempo stesso coltivato con impegno e perizia nel corso degli anni. Paola Cortellesi in televisione potrebbe fare davvero tutto: dal meteo al telegiornale, dal Grande Fratello a Report. Esageriamo, evidentemente, ma persino in questo nostro slancio di eccessivo entusiasmo c’è un fondo di verità. Cinema, teatro, televisione, una voce che fa invidia a tante cantanti “vere”, Paola Cortellesi è, insieme a Virginia Raffaele, la protagonista indiscussa di questi anni.
Ma è andato tutto alla perfezione, in questo coraggioso esperimento antico e moderno insieme? No, ovviamente, perché prima di trovare la quadra si sono resi necessari alcuni aggiustamenti in corsa. Gli autori erano tanti e tutti di talento, capitanati da Giampiero Solari, e a loro va il merito di esser riusciti a mettere in discussione la prima idea che avevano del programma. Hanno capito, dopo la prima puntata, cosa andava bene, cosa doveva essere migliorato e cosa, invece, doveva essere abbandonato. I monologhi di Paola Cortellesi, scritti dal bravissimo Massimiliano Bruno, sono stati i momenti più intensi di un varietà che è riuscito anche a far riflettere su temi importanti come bullismo, omofobia, violenza sulle donne e concetto di famiglia, senza mai scadere nella retorica o nel politicamente corretto.
Laura & Paola segna il ritorno prepotente del varietà televisivo? Ni. Perché il successo del programma è merito di due fuoriclasse, di una squadra di autori di talento, di tanti e famosi ospiti. Per fare il varietà come si deve, servono tanti soldi, su questo non c’è dubbio. Ma RaiUno forse ha capito, finalmente, che il varietà può tornare a essere il suo tratto distintivo. Con giudizio, con progetti di un certo livello e protagonisti all’altezza, ma davvero l’ammiraglia Rai può tornare prepotentemente protagonista con il suo genere naturale. Niente facili entusiasmi, dunque: varietà sì, progetti all’acqua di rose purché siano, no.
Ma il merito di Laura & Paola, con tutti i difetti e le critiche del caso, è quello di aver fatto capire a spettatori e dirigenti che sì, esiste un’alternativa agli show dozzinali tutti tette e culi, ma anche ai talent di qualità. Che vanno bene, per carità, visto che hanno salvato la baracca televisiva negli ultimi anni, ma Dio solo sa quanto bisogno ci sia, sul piccolo schermo italiano, di un ritorno al grande varietà, senza volgarità, senza televoti, senza liti e urla, senza spiagge “desnudas”, senza nomination, senza annegamenti. Bentornata tv, ti stavamo aspettando.