Nella conferenza stampa sul volo che lo ha riportato a Roma dopo la visita in Grecia, il pontefice ha condannato "i muri in Europa": "Capisco - ha spiegato Bergoglio - i governi e anche i popoli che hanno una certa paura e dobbiamo avere una grande responsabilità nell’accoglienza". Sul suo incontro con il senatore americano Sanders: "Un saluto, non mi mischio in politica"
“No ai muri in Europa”. Lo ha sottolineato Papa Francesco nell’ormai consueta conferenza stampa sul volo che lo ha riporto dall’isola di Lesbo a Roma. “Capisco – ha spiegato Bergoglio – i governi e anche i popoli che hanno una certa paura e dobbiamo avere una grande responsabilità nell’accoglienza. Una delle cose su cui avere responsabilità è come integrare questa gente nel Nord Europa. Ho sempre detto che fare i muri non è una soluzione, nel secolo scorso abbiamo visto la caduta di uno: non risolve niente. Dobbiamo fare ponti, ma i ponti si fanno con intelligenza, si fanno con il dialogo e l’integrazione. Io capisco un certo timore, ma chiudere le frontiere non risolve niente, perché quella chiusura alla lunga fa male al proprio popolo. E l’Europa deve urgentemente fare politiche di accoglienza, di integrazione, di lavoro, di crescita, di riforma dell’economia e tutte queste cose sono i ponti che ci porteranno a non fare muri”. Francesco ha poi raccontato che durante la sua visita al campo profughi “i bambini mi hanno regalato tanti disegni. In uno c’era un sole che piange. Anche il sole è capace di piangere e noi? Cosa hanno visto i bambini? Hanno visto un bambino annegare e lo hanno nel cuore. Ci vorrà del tempo perché elaborino tutto questo. Cosa vogliono i bambini? Vogliono la pace. Io inviterei i fabbricanti e i trafficanti di armi a passare una giornata in quel campo e credo che per loro sarebbe salutare”.
12 profughi – Sul volo che lo ha riportato a Roma il Papa ha fatto salire anche 12 profughi, tre famiglie con 6 bambini, tutti musulmani. “Tutto – ha precisato Bergoglio – è stato fatto in regola. Loro vengono con i documenti in regola. Lo Stato della Città del Vaticano, il governo greco, il governo italiano: tutto è stato ispezionato, tutto. Sono accolti dal Vaticano con la collaborazione della Comunità di Sant’Egidio per cercare un posto di lavoro se c’è. Sono a carico della Santa Sede e si aggiungono alle due famiglie siriane che sono già accolte nelle due parrocchie vaticane”. Il Papa ha poi chiarito che con questo suo gesto “non c’è alcuna speculazione politica perché non conoscevo gli accordi tra la Turchia e la Grecia: li ho letti sui giornali. L’ho deciso soltanto una settimana fa”.
Musulmani – A chi gli ha fatto notare che i 12 profughi portati a Roma sono tutti musulmani Francesco ha replicato: “Non ho fatto una scelta tra cristiani e musulmani. Queste tre famiglie avevano i documenti in regola e potevano venire con noi. C’erano, per esempio, due famiglie cristiane, ma non avevano le carte in regola. Non si tratta di un privilegio: tutti i 12 profughi sono figli di Dio, l’unico è privilegio è dei figli di Dio”. Sul tema dell’integrazione Bergoglio ha sottolineato che alcuni dei terroristi sono figli e nipoti dell’Europa. Cosa è successo? Non c’è stata una politica di integrazione e questo per me è fondamentale. Oggi l’Europa deve riprendere questa capacità che ha sempre avuto di integrare, perché in Europa sono arrivati i nomadi, i normanni e hanno integrato, hanno inciso nella sua cultura, no? Credo che abbiamo bisogno di un’educazione all’integrazione”.
Sanders – “Ho salutato Sanders ma non mi mischio in politica. Chi lo pensa vada dallo psichiatra”. Ha risposto così il Papa alla domanda di un giornalista che gli chiedeva del suo brevissimo incontro con il senatore Bernie Sanders, in corsa per la nomination democratica alla Casa Bianca contro Hillary Clinton. “Prima di partire per la Grecia – ha spiegato Bergoglio – ho salutato il senatore Sanders che alloggiava con la moglie a Santa Marta perché è venuto in Vaticano per un convegno sulla Centesimus annus. Gli ho dato la mano e niente di più. Si chiama educazione e non mischiarsi in politica. Se qualcuno pensa che fare un saluto sia immischiarsi in politica gli consiglio di trovare uno psichiatra”.
Divorziati risposati – L’ultimo commento è stato per la recente esortazione Amoris laetitia, in particolare sull’aspetto più controverso del documento, quello dell’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati. “Io posso dire – ha affermato Bergoglio – che la disciplina è cambiata, ma sarebbe una risposta troppo piccola”. Il Papa ha poi aggiunto: “Quando ho convocato il primo Sinodo dei vescovi la grande preoccupazione della maggioranza dei media era: potranno fare la comunione i divorziati risposati? E poiché io non sono santo questo mi ha dato un po’ di fastidio e un po’ di tristezza. Ma i media che dicono questo non si accorgono che quello che non è il problema importante. Non si accorgono che la famiglia, che è la base della società, in tutto il mondo è in crisi. Non si accorgono che i giovani non vogliono sposarsi. Non si accorgono del calo di natalità in Europa che è da piangere. Non si accorgono della mancanza di lavoro, dei papà e delle mamme che prendono due lavori e i bambini crescono da soli e non imparano a crescere con i loro genitori”.