Dopo Australia e Bahrain, il pilota Mercedes trionfa di nuovo e allunga nella classifica piloti. A questo punto è tra i favoriti per il mondiale. Il tedesco della Ferrari ottiene il secondo gradino del podio dopo il contatto alla prima curva con Raikkonen che sembrava aver compromesso la corsa di entrambi i piloti di Maranello
Se due indizi fanno una prova, tre vittorie consecutive sono quasi una certezza: il mondiale di Formula 1 ha un nuovo favorito. Dopo Australia e Bahrain, Nico Rosberg trionfa anche nel Gp di Cina ed allunga nella classifica piloti. Dietro di lui il vuoto, e poi la Ferrari di Sebastian Vettel, che chiude al secondo posto con una grande rimonta, dopo il contatto alla prima curva con Raikkonen che sembrava aver compromesso la corsa di entrambi i ferraristi. Così non sarà nel pazzo gran premio di Shanghai, con sorpassi continui e rimonte impossibili. Il finlandese alla fine è addirittura quinto dietro le due Red Bull di Kvyat e Ricciardo, Hamilton risale dal fondo fino alla settima piazza, comunque poco per tenere il passo del compagno di scuderia. Succede di tutto e di più, tranne che davanti, dove Rosberg fa gara a sé dal primo all’ultimo chilometro.
La partenza è da incubo per le Rosse: senza spunto e con la traiettoria sbagliata, Vettel e Raikkonen si fanno infilare da Kvyat dalle retrovie e poi si toccano; il finlandese ha la peggio e deve riparare subito ai box, il tedesco perde posizioni con l’ala pure danneggiata. Un disastro. Dietro Hamilton rompe subito il muso della sua Mercedes, davanti Ricciardo che aveva passato Rosberg allo start buca in pieno rettilineo. Tra gomme esplose, alettoni spaccati e detriti vari la pista diventa un percorso ad ostacoli: inevitabile la safety-car, con immediato ritorno in gruppo ai box. Caos totale, insomma. Al punto che dopo qualche giro c’è la Manor di Wehrlein al quarto posto e il campione del mondo Hamilton all’ultimo, con già due pit-stop sul groppone. Impronosticabile, quasi irreale.
Quando dopo una decina di tornate ricomincia una gara più o meno normale, Vettel è scatenato. Recupera una, due, tre posizioni, con sorpassi facili come su Perez, rischiosi come su Bottas, addirittura azzardati, come quello doppio nell’ingresso della corsia dei box. Arriva fino ai piedi del podio, si ferma per il cambio gomme e deve ricominciare daccapo. Nessun problema: Seb è ispirato, in totale alla bandiera a scacchi saranno almeno dieci i sorpassi effettuati, per centrare il secondo posto. Risultato entusiasmante per come si era messa. Persino Raikkonen risale in zona punti fino al quinto posto, beffando pure Hamilton nel finale e dimostrando che la Rossa può anche sfidare la Mercedes. A patto, però, di rimanerci a contatto.
Davanti infatti, Rosberg è inarrivabile. Corre da solo, non si ferma per venti giri quasi non fosse interessato dalle vicissitudini altrui, o che per lui le gomme si logorassero meno che per gli altri. Macina record su record ed è sempre primo, anche quando rientra dai box. Le telecamere non lo inquadrano praticamente mai fino alla bandiera a scacchi. Chiude con oltre trenta secondi di distacco su Vettel, centra la terza vittoria in tre gran premi in quest’inizio stagione, la sesta consecutiva considerando gli ultimi tre dell’anno scorso, la diciassettesima in carriera. Record assoluto per un pilota che non ha mai vinto il mondiale. Non ancora, almeno: in classifica ha già 36 lunghezze di vantaggio sul compagno di squadra Hamilton, rispetto a cui ha anche utilizzato una power-unit in meno (elemento non trascurabile per gli equilibri del campionato). Punti alla mano, oggi è lui il primo pilota Mercedes e grande favorito per il titolo.
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