"Il governo non vede fondamenti per un finanziamento condiviso del debito derivato dalle spese degli Stati membri in materia di immigrazione" ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce dell’esecutivo tedesco, Steffen Seibert
Berlino dice no e da Roma arriva una risposta che sa di sfida. Tema del contendere ancora la questione migranti. Nel giorno in cui la cronaca deve registrare l’ennesima strage nel Mediterraneo il tema dell’accoglienza e della gestione degli aventi diritto allo status di rifugiati innesca un nuovo confronto. Tanto che il premier Matteo Renzi si rivolge direttamente alla cancelliera: “Se la Merkel e i tedeschi hanno soluzioni diverse ce le dicano“.
L’Italia ha chiesto, infatti, ai Paesi Ue di introdurre eurobond per affrontare la crisi dei rifugiati. Ma le obbligazioni sovranazionali, per finanziare la gestione dell’emergenza immigrazione e sostenere gli investimenti, non piacciono a Berlino. La proposta italiana rientra nella bozza di un “patto sull’immigrazione” – ancora riservata – che è stata inviata ai presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, rispettivamente Jean-Claude Juncker e Donald Tusk. Una situazione che si ripete, con le stesse modalità e protagonisti istituzionali, a distanza di cinque anni.
“Il governo non vede fondamenti per un finanziamento condiviso del debito derivato dalle spese degli Stati membri in materia di immigrazione”, ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce dell’esecutivo tedesco, Steffen Seibert, ricordando che la posizione contraria di Berlino sull’emissione degli eurobond è nota e alludendo ad altri tipi di strumenti disponibili nell’ambito dell’Unione europea. Seibert ha aggiunto che il governo tedesco “naturalmente studierà in profondità” la proposta del premier italiano per una “ampia strategia di migrazione esterna”.
Il portavoce del governo tedesco ha ribadito inoltre che Berlino ha sempre spinto per una soluzione europea alla crisi dei rifugiati che tenga in considerazione anche la rotta attraverso il Mediterraneo. “È importante che continuiamo a studiare misure aggiuntive”. In una intervista al Tg1 la risposta dell’esecutivo: “L’Ue deve farsi carico del tema, noi abbiamo proposto gli eurobond, bene Juncker, se la Merkel e i tedeschi hanno soluzioni diverse ce le dicano, non siamo affezionati ad una soluzione. Ma sia chiaro che il problema lo deve risolvere l’Ue tutta insieme. L’Italia è tornata dalla parte di chi propone soluzioni non di chi urla”.
Da Lussemburgo Federica Mogherini però aveva rassicurato. Nel Consiglio esteri “l’Italia ha condiviso il suo ‘non-paper’ con proposte” sui migranti “che sono state ben accolte. Molti elementi – ha detto l’Alto rappresentante Ue – supportano lavori e attività che già facciamo. Pensiamo che costituisca un positivo contributo politico per mantenere il focus sul lavoro e aumentare l’impegno combinato di istituzioni e Stati membri”.