Patù, in provincia di Lecce, è il Comune con la presenza più alta alle urne (oltre il 62 per cento), a Viggiano alle urne il 37 per cento degli aventi diritto, a Ravenna il 28
La Basilicata è l’unica regione d’Italia in cui si è raggiunto il quorum. Patù, paese di 1700 abitanti in provincia di Lecce, è il Comune che a prima vista ha registrato l’affluenza più alta: oltre il 62 per cento. La provincia in cui si è votato di meno è Sondrio (ha votato uno su 5 aventi diritto), quella in cui si è votato di più è Matera (52,3) che è anche l’unica a superare la metà più uno delle presenze ai seggi. L’analisi del voto sul territorio italiano, tuttavia, suggerisce che non c’entra quasi niente la presenza o il pericolo di possibili insediamenti industriali legati alle trivelle in mare.
A Viggiano, dove si trova il centro Oli dell’Eni al centro dell’inchiesta sul petrolio che ha portato tra l’altro alle dimissioni l’ex ministro dello Svilluppo Federica Guidi, non si è andati oltre il 37 per cento. Ravenna, per esempio, ritenuta una sorta di capitale delle trivellazioni italiane, ha avuto percentuali di astensionismo addirittura più alte rispetto alla media nazionale (28,5 la quota di affluenza), mentre in Emilia Romagna (34,27 il dato regionale) la presenza più consistente alle urne è merito della provincia di Modena che il mare ce l’ha abbastanza lontano. Sul resto della Riviera romagnola Forlì e Cesena registra il 31,5, Ravenna il 28,5, Rimini il 34,60. La Puglia certamente presenta i dati più omogenei (in alto): il tasso d’affluenza alle urne regionale è del 41,65, il dato più alto è quello della provincia di Lecce (47,55), il più basso quello di Foggia (36), mentre a Bari si è arrivati al 42,23. Alta l’affluenza anche nelle Marche, in particolare ad Ancona che sfiora il 38 per cento.
Viceversa due province venete (37,86 la media regionale) che si trovano lontane dalla costa presentano dati contrastanti tra loro. A Padova si è saltati fino al 41,3 per cento, cioè quasi dieci punti in più dell’affluenza nazionale, mentre a Belluno si è rimasti fermi al 29,1. Più alto, come era già emerso durante la giornata di votazioni, l’astensionismo in altre regioni costiere come Calabria e Campania: a Cosenza vota il 20,3, a Reggio Calabria il 22,2, a Caserta il 24,5, a Napoli il 25,2.
L’affluenza regione per regione, con il dato provinciale più alto e più basso
Piemonte 32,74: Torino 35,94, Verbano-Cusio-Ossola 27,53
Valle d’Aosta 34,02
Lombardia 30,46: Mantova 33,55, Sondrio 21,47.
Trentino-Alto Adige 25,19: Bolzano 17,61, Trento 32,39.
Veneto 37,86%: Padova 41,39, Belluno 29,17.
Friuli-Venezia Giulia 32,16: Gorizia 36,52, Udine 30,94.
Liguria 31,62: Savona 33,22, Imperia 28,06.
Emilia-Romagna 34,27: Modena 37,21, Piacenza 26,7.
Toscana 30,77: Livorno 34, Arezzo 26,55.
Umbria 28,42: Perugia 28,51, Terni 28,17.
Marche 34,75: Ancona 37,91, Fermo 31,53.
Lazio 32,01: Roma 33,67, Frosinone 26,2.
Abruzzo 35,44: Chieti 40,56, L’Aquila 31,03.
Molise 32,73: Campobasso 34,1, Isernia 29,21.
Campania 26,13: Avellino 29,79, Caserta 24,51.
Puglia 41,65: Lecce 47,55, Foggia 23,29.
Basilicata 33,26: Matera 52,34, Potenza 32,77.
Calabria 26,69: Cosenza 29,95, Reggio Calabria 22,20.
Sicilia 28,40: Trapani 33,3, Caltanissetta 22,5
Sardegna 32,34: Oristano 36,03, Ogliastra 25,34.
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