E' l'iniziativa di un imprenditore 60enne della Provincia salentina, secondo cui l'invito a non andare alle urne è un reato e come tale va puntio. Per questo ha sporto denuncia contro premier ed ex capo dello Stato
Il day after della consultazione senza quorum sulle trivelle si apre con una formale denuncia contro il premier Matteo Renzi e contro l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A depositarla, di buon mattino, è stato Francesco Santantonio, un semplice cittadino di Torre Suda, nel Leccese: “Abusando della loro funzione – ha spiegato – hanno esortato pubblicamente il popolo italiano, attraverso televisione e stampa nazionale, all’astensione dal referendum del 17 aprile”. La “controffensiva” parte dal Salento, dalla provincia che ieri si è piazzata al terzo posto in Italia per affluenza, dopo le lucane Matera e Potenza. A Lecce, alle urne si è presentato il 47,55 per cento della popolazione, che nel 96,34 per cento dei casi ha crociato sì.
Santantonio, imprenditore 60enne, ci ha pensato già domenica sera a scrivere l’esposto, consegnato alla stazione dei carabinieri di Racale. Chiede una “severa punizione dei colpevoli” e che “la Procura competente mi rincuori nell’assoluto rigore nell’applicazione della legge”. Il riferimento di legge è all’articolo 98 del Testo unico del 1957 sulle leggi elettorali per la Camera, ciò che, assieme all’articolo 51 della legge che disciplina i referendum, punisce con una detenzione che va da sei mesi a tre anni l’astensione organizzata da chiunque sia “investito di un pubblico potere”. Sono le stesse norme alla base della denuncia depositata il 31 marzo scorso dal senatore del M5s Maurizio Buccarella contro la viceministra allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, entrambi, anche loro, salentini.
“Vale la pena sottolineare – è stato messo a verbale – che il referendum popolare è uno strumento dell’ormai decaduta democrazia e la conseguente partecipazione è un diritto-dovere dell’elettore. Nessuna ragione poteva indurre i querelanti ad assumere un siffatto atteggiamento. Se poi gli stessi, forti della loro posizione, credono nell’impunità, sarà il caso che la Procura di competenza li smentisca. Chi scrive parte dall’assunto che per primi i massimi esponenti dello Stato dovrebbero essere ligi ai dettami legislativi e soprattutto costituzionali”. Santantonio non è l’unico ad essersi presentato ai carabinieri. In queste ore, lo stanno facendo anche altri cittadini, mentre direttamente alla Procura di Lecce, per una querela contro Renzi, si è rivolto Angelo Minenna, consigliere comunale di Ugento, nel Capo di Leuca. La battaglia per il referendum, almeno qui, non sembra essersi chiusa alle 23 di ieri.