Convegno a Roma promosso dal Movimento 5 stelle, ‘Open democracy’ con Podemos, i pirati islandesi e altri sostenitori della democrazia diretta e digitale. A margine il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio commenta il referendum sulle trivelle che non ha raggiunto il quorum: “Ormai la politica è una guerre tra bande, tra correnti di lobbisti e lobbismo, e la consultazione di ieri si è trasformata in un terreno di scontro del Pd“. Poi l’esponente M5S dice di sognare il giorno in cui i referendum non avranno bisogno di quorum: “Quando chi sta a casa non è più importante di chi è andato a votare, quando a quei 15 milioni di cittadini daremo il peso che meritano”. Infine Di Maio parla del futuro del movimento: “Più di tutti Casaleggio ha creduto nell’applicazione della democrazia diretta e nell’utilizzo degli strumenti tecnologici, è simbolico il lancio di Rousseau, il nostro sistema operativo in queste ore. Tutti parlano di leader, noi miriamo all’autogoverno, la squadra sarà presentata prima dell’elezioni, senza accordi sotto banco e sorprese all’indomani del voto per i cittadini, ma il movimento non ha leader” di Irene Buscemi