Costi della politica

Vitalizi, l’ex ministro La Loggia ricorre contro la sospensione dopo la nomina alla Corte dei Conti: “Ridatemi l’assegno”

Uscito dal Parlamento, nel 2013 è stato designato per il consiglio di presidenza della magistratura contabile. E per questo nel 2014 la Camera ha bloccato l’erogazione della pensione per incompatibilità con lo stipendio del nuovo incarico. Chiedendogli indietro un anno di arretrati. Ma ora l’ex deputato e senatore si è appellato al Consiglio di giurisdizione di Montecitorio. “Blocco illegittimo, chiedo il ripristino e la restituzione dei mancati pagamenti”. Turco (Alternativa Libera), componente dell’organo giudicante: “Riscrivere la legge”

Li rivuole tutti. Dal primo all’ultimo. Tanto da presentare un ricorso al Consiglio di giurisdizione della Camera dei deputati, l’organo al quale è affidata la risoluzione delle controversie fra gli eletti e l’amministrazione. Che si dovrebbe esprimere a breve dopo il rinvio della prima udienza fissata per il 6 aprile scorso. A Enrico La Loggia, ex ministro per gli Affari regionali del secondo e terzo governo di Silvio Berlusconi, ma – soprattutto – parlamentare dal 1994 al 2013, non è andata giù la decisione di Montecitorio di sospendergli l’erogazione del vitalizio da ex deputato e senatore (circa 5 mila euro netti al mese) dopo la sua nomina a componente del consiglio di presidenza della Corte dei Conti (altri 6 mila euro mensili). Arrivata il 15 ottobre 2013 per la durata di quattro anni. Di più: il provvedimento, ora impugnato, ha ‘costretto’ l’ex esponente di Democrazia cristiana, Forza Italia e Popolo della Libertà a restituire le somme percepite nel periodo compreso fra ottobre 2013 e novembre 2014. Circostanza che ha dato il via alla battaglia a colpi di carte bollate.

FORZA NONNO – “Il ricorso si basa su un elemento estremamente semplice: non esiste una normativa ad hoc che preveda l’incompatibilità fra il vitalizio e l’indennità che percepisco per il ruolo che ricopro attualmente”, dice La Loggia contattato da ilfattoquotidiano.it. “Secondo la Camera si può applicare al consiglio di presidenza della Corte dei Conti, ‘per analogia’, la normativa che riguarda il Consiglio superiore della magistratura (Csm) dove, al contrario, è impossibile il cumulo degli assegni – aggiunge l’ex parlamentare –. È una vicenda che va avanti da due anni, ma sono convinto di non essere in errore”. La vittoria è dunque a portata di mano? “Assolutamente no – risponde La Loggia –. Noi sosteniamo una tesi, ma come mi ha insegnato mio nonno per conseguire un successo servono tre cose: avere ragione, avere un buon avvocato che la rappresenta e un giudice che la riconosca. A me, per adesso, manca quest’ultimo passaggio”. E se il Consiglio di giurisdizione di Montecitorio dovesse bocciare il ricorso? “Sono pronto a continuare a non prendere il vitalizio pur ritenendo che ciò sia sbagliato”, conclude.

CORSI E RICORSI – A discuterne, nei prossimi giorni, sarà dunque l’organismo della Camera presieduto da Alberto Losacco (Pd), del quale fanno parte Antonio Marotta (Area popolare) e Tancredi Turco (Alternativa Libera-Possibile). Ma il verdetto non sarà immediato. “Decideremo entro pochi giorni se accoglierlo o rigettarlo – spiega Turco –. Il problema vero è che le attuali regole del sistema pensionistico della Camera non funzionano, ma siccome nessuno le vuole realmente cambiare, fioccano i ricorsi. Io ho presentato una proposta di legge per equiparare il sistema previdenziale dei parlamentari a quello dell’Inps, anche con effetto retroattivo, ma la norma è impantanata in commissione da mesi”. Oltre a quella depositata dal deputato ex Movimento 5 Stelle, le proposte per tagliare gli assegni degli ex parlamentari presentate a Montecitorio sono in effetti dieci (due costituzionali e otto ordinarie). Tutte ancora al vaglio della commissione Affari costituzionali.

Twitter: @GiorgioVelardi