La casa automobilistica giapponese si è pubblicamente scusata e ha ordinato lo stop alla produzione per fare indagini approfondite. Il titolo è crollato in Borsa del 15%
Un nuovo Dieselgate, stavolta dal Sol Levante. Mentre la Volkswagen aveva installato sui motori un software in grado di falsare i dati delle emissioni, la casa automobilistica giapponese Mitsubishi ha ammesso di aver alterato dati relativi alla pressione degli pneumatici durante i test su 4 modelli per migliorarne i risultati di efficienza energetica.
Le manipolazioni riguardano 625mila veicoli eK Wagon, eK Space, Dayz e Dayz Roox prodotti dalla metà del 2013, incluse 468mila macchine assemblate per la Nissan. Le anomalie sono state scoperte grazie a un’inchiesta interna ordinata dalla stessa casa auto e successivamente comunicate al ministero dei Trasporti.
In un’affollata conferenza stampa il presidente Tetsuro Aikawa ha chiesto scusa con il tradizionale inchino e ha riferito di aver ordinato lo stop alla produzione dei modelli e l’avvio di una indagine approfondita. “Voglio esprimere le mie scuse più profonde a tutti i nostri clienti e alle altre parti coinvolte” ha detto Aikawa al Ministero dei Trasporti. “Abbiamo deciso – ha aggiunto – di arrestare la produzione e la vendita dei modelli coinvolti”.
Le azioni della sesta casa automobilstica nipponica sono crollate del 15% alla Borsa di Tokyo, la maggiore variazione percentuale in 12 anni.