Nel periodo di Ferragosto saranno sospese le notifiche delle cartelle esattoriali emesse da Equitalia, proprio come già accaduto tra il 24 dicembre e il 6 gennaio. L’annuncio arriva direttamente dall’amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini che, nel corso dell’audizione alla commissione Finanze sulle tematiche connesse all’attività di riscossione coattiva, ha spiegato l’importanza di questa tregua tra fisco e contribuenti.

“Vuole essere un gesto d’attenzione nei confronti dei cittadini volto a favorire un clima di fiducia”, ha sottolineato Ruffini che ha aggiunto: “Come nel periodo natalizio ci furono due settimane di sospensione, è probabile che per Ferragosto ci sia un periodo analogo di fermo delle notifiche delle cartelle.

Una stop che, anche questa stavolta, non varrà per tutti gli atti (
ci sono un migliaio di atti inderogabili per i quali non può essere applicata nessuna sospensione), ma che è reso possibile dai buoni risultati mostrati da Ruffini in commissione. La riforma che ha condotto alla nascita di Equitalia ha, infatti, portato a triplicare quasi gli incassi: da 2,9 miliardi di euro a 8,2 miliardi di euro nel 2015, con un incremento dell’11,2% rispetto al 2014. “L’obiettivo quindi – ha sottolineato l’ad – è stato puntualmente raggiunto”.

L’annuncio di Ruffini si va ad aggiungere all’altra novità che lo stesso ad di Equitalia ha annunciato, tramite una mail, a tutti i suoi dirigenti: anche loro dovranno sottoporsi alla prova che lui ha affrontato all’inizio del suo mandato, qualche mese fa. Provare, quindi cosa significa stare allo sportello e affrontare gli inferociti utenti dell’agenzia di riscossione fiscale.

Sarà per questo che Ruffini, spiegando in commissione Finanze le criticità maggiori di Equitalia, ha anche detto: “Il contribuente ha il diritto di sapere perché qualcuno citofona un giorno a casa sua e gli dice: mi devi dare X. Con l’Agenzia delle Entrate stiamo studiano un nuovo modello di cartelle esattoriali che siano più comprensibili. Il punto di maggiore difficoltà – ha proseguito – è costituito dalla mancanza di elementi che consentano di rendere sufficientemente chiara la motivazione della pretesa creditoria. Chi riceve una cartella – ha proseguito – deve poter capire cosa gli viene chiesto, senza dover ricorrere a consulente per dover decifrare il documento. Abbiamo il dovere di dare le informazioni che il cittadino richiede”. Insomma Equitalia “sa di dover riscuotere una certa somma, ma spesso non sa con esattezza la motivazione sottesa alla richiesta di pagamento”, emessa da parte dell’ente creditore che può essere un Comune o un altro ente locale. “Se aumentassero, quindi, queste informazioni – ha copncluso Ruffini – si faciliterebbe il pagamento al contribuente e migliorerebbe il rapporto di fiducia nel sistema fiscale”.

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