Secondo decine di autorevoli studi accademici un campo di coscienza coerente può influenzare la realtà. In pratica l’aumento di coerenza all’interno di un gruppo dovrebbe estendersi ad altre persone. Sarebbe sufficiente un campo di coscienza unificato pari all’1% della popolazione per influenzare la globalità del sistema, come dimostrato dal cosiddetto “effetto Maharishi”: Stati Uniti, anni 70, i dati dell’Fbi evidenziarono una notevole riduzione dell’indice di criminalità in alcune città in cui almeno l’uno per cento degli abitanti praticava la Meditazione Trascendentale, tecnica insegnata da Maharishi in grado appunto di creare un campo unificato di coscienza (Borland et al, Collected Papers vol.1, Maharishi European Research University, Rheinweiler, Germania, 1976, 639; Dillbeck, Landrith, Journal of Crime and Justice, 4, 1981, 25).
L’effetto Maharishi risulta addirittura ancora oggi uno degli effetti sociologici più confermati e verificati, non imputabile a fluttuazioni casuali, verificato anche su scala mondiale nel 1983 (Orme-Johnson et al, The influence of the Maharishi Technology of the Unified Field on world events and global social indicators, 1984 Maharishi International University, e Massachussets Institute of Technology, Cambridge).
La coscienza, se direzionata in forma coerente, può avere effetto sul reale: all’università di Princeton, i progetti PEAR e Noosphere, con migliaia di esperimenti condotti in 28 anni di ricerca, hanno prodotto circa 12 milioni e mezzo di risultati che hanno evidenziato come la semplice intenzione riesca a modificare i risultati emessi da dispositivi informatici. La cosa interessante è che la positività dei risultati risultava amplificata in compresenza di due o più partecipanti all’esperimento e ancor più se questi sono legati da vincoli affettivi. Non solo, si sono confermati anche quando l’espressione di volontà veniva esercitata a distanza dal dispositivo.
Cosa significano questi risultati? Che un campo coerente di coscienza come quello che si ottiene con la meditazione, ma anche con la risonanza su ideali comuni, con la condivisione di una intenzione, sono in grado di modificare la realtà e produrre effetti che si auto-espandono. Sulla base di questi straordinari risultati, gli accademici stessi hanno auspicato la nascita in ogni Nazione di un “gruppo di coerenza” che permetta, attraverso la coerenza delle coscienze, rapidi progressi nella soluzione di problemi sociali, politici ed economici.
Il referendum sulla durata delle concessioni alle trivelle è stato inutile? Alle urne si è presentato il 32,15 per cento degli elettori aventi diritto, per un totale di 15 milioni e 806.788 elettori, di cui l’85,84% hanno votato Sì, per un totale di 13.334.764, pari al 28,53% degli aventi diritto, una percentuale ben più alta di quell’1% di cui si parla nell’effetto Maharishi. C’è da pensare allora: quale potenza possa sprigionare questo 28,53% se solo consideriamo gli effetti che la coscienza può avere sul campo energetico? Sembra che sia il momento di mantenere la coerenza, come si farebbe in uno stato di meditazione, dove non c’è posto per inutili attività come lamentarsi, scoraggiarsi, indignarsi. E questa è anche fisica, non solo metafisica.
Una delle conoscenze più interessanti, infatti, che la moderna fisica ci offre, da Einstein a Planck, Bohr, Heisenberg, Schrödinger, Dirac ed altri è la scoperta che gli atomi sono formati da vortici di energia in costante vibrazione e rotazione. La materia è contemporaneamente qualcosa di solido (particella) e un campo di forza immateriale (onda). L’universo, che sembrava intrinsecamente materiale, ha rivelato che la sua essenza fondamentale è pura energia immateriale e l’attività mentale può essere letta come un fenomeno quantistico. La “consapevolezza” non sarebbe il prodotto accidentale di un meccanismo biologico (sistema nervoso e cervello), ma sarebbe una proprietà fisica fondamentale ed universale del cosiddetto “campo unificato”.
Il biologo Rupert Sheldrake, parla di campi morfogenetici: se l’individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico cambia, mentre la risonanza morfica, con una sorta di vibrazione, si trasmette all’intera specie. Secondo la ricercatrice Maria Caterina Feole, anche gli stati di coscienza sono connessi a campi morfogenetici: il pensiero è una forma-pensiero che funge da calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe. Il pensiero è probabilmente ciò che di più reale possediamo per influenzare il mondo in cui viviamo. La frequenza del Sì potrebbe avere effetti sul sistema ancora tutti da scoprire, soprattutto se si continuerà a farla risuonare.