Dal carcere , dove insieme a Marc Prato è in attesa di giudizio per l'omicidio del ventitreenne, il giovane chiede perdono ai genitori della vittima. Suo padre lo sostiene: "E' pentito"
Dal carcere di Regina Coeli Manuel Foffo, accusato di aver seviziato e assassinato insieme a Marc Prato il ventitreenne Luca Varani, scrive alla famiglia della vittima, offrendo un “risarcimento” milionario. “So che il vostro dolore è incolmabile“, ha scritto Foffo nella lettera indirizzata ai genitori di Luca. “Ma – ha continuato – sappiate che lo è anche il mio per ciò che ho fatto. E di cui porterò sempre il rimorso dentro di me. Voglio pagare con l’ergastolo. Ma voglio pagare anche materialmente donando a voi tutto ciò che possiedo del patrimonio di famiglia a me spettante. Mi rendo conto che questo non vi restituirà il vostro Luca, ma magari vi aiuterà a fare delle opere di bene in sua memoria”. La somma ammonterebbe a un milione di euro, ovvero il 25% delle proprietà di famiglia, cedute da Valter Foffo a suo figlio nel giorno del suo diciottesimo compleanno.
Ma la famiglia Varani rimanda al mittente l’offerta. “Non abbiamo nessun bisogno dei soldi dell’assassino di nostro figlio – fanno sapere i parenti, come riportato da Il Giornale -. Quello è un denaro maledetto e non lo accetteremmo mai. Anzi, riteniamo la sola idea di donarcelo un ulteriore affronto al nostro dolore”. Il legale di Foffo, Michele Andreano fa sapere che intende portare “in carcere un notaio affinché proceda alla destinazione della quota di beni di Manuel ai genitori di Luca Varani“. Il padre, invece, si dice “d’accordo con l’intendimento di Manuel che dimostra come sia effettivamente pentito per quanto ha commesso”. “Foffo – ribadisce ancora il difensore sul Giornale – è in isolamento e non si dà pace per l’assurdità del crimine commesso. La sua strategia collaborativa con gli inquirenti è totalmente opposta a quella ostruzionistica dell’altro accusato del delitto Varani, Marc Prato. Anche per questo la lettera di Pietro Maso lo ha profondamente turbato. Foffo si è pentito del suo gesto immediatamente. Nulla a che fare con il percorso giudiziario e umano di Pietro Maso“.
Le dichiarazioni di Manuel arrivano dopo gli interventi e le interviste sui media dei suoi genitori. Il padre Valter Foffo al Messaggero si era preoccupato di precisare che il figlio non fosse omosessuale (“A noi Foffo non piacciono i gay, ma le donne vere. E mio figlio non è da meno”, aveva detto), mentre la madre, sentita da Repubblica, definiva il figlio “onesto e sincero” aggiungendo: “Lui fuori di testa? Me ne sarei accorta”. Peraltro Manuel aveva anche apertamente dichiarato di volere uccidere il padre, per poi inviargli dal carcere un telegramma con la frase “Papà ti amo”. Pietro Maso, però, in una lettera, gli aveva scritto di capire il suo istinto parricida.