La notizia, per lo più snobbata dai media nonostante una comparsata del premier Renzi, è che pochi giorni fa, nella sede del Museo Ferroviario di Pietrarsa, ha avuto luogo una tre giorni dedicata al turismo. Organizzata dal Mibact, ha rappresentato la prima tappa del percorso di elaborazione dell’ennesimo piano strategico sul turismo. Che, come abbiamo messo in luce nelle scorse settimane, costerà alle casse dello Stato, per le sole attività di supporto tecnico alla redazione, addirittura 1,5 milioni di euro. Cifra, questa, fissata da una articolata convenzione, di cui ilfattoquotidiano.it è entrato in possesso. E siglata il penultimo giorno lavorativo dell’anno scorso da Francesco Palumbo, fresco di nomina, appena 30 giorni prima, a capo della direzione generale Turismo del Mibact.

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Come avevamo raccontato, l’accordo aveva in sé, oltre alla previsione del significativo esborso, aspetti singolari. Primo tra tutti, l’assegnazione ad Invitalia di compiti che rientrano nella mission istituzionale della direzione retta da Palumbo. Come lo “studio ed analisi della normativa nazionale e comunitaria e delle politiche turistiche nazionali”, l’“analisi di scenario delle dinamiche del turismo internazionale e identificazione del posizionamento competitivo dell’Italia”, o l’“attuazione di interventi in favore del settore turistico, sia su fondi nazionali sia in riferimento a programmi cofinanziati dall’Unione europea”. Tutte attività, queste, che, una volta attribuite dalla convenzione ad Invitalia, hanno fatto nascere il fondato dubbio che potesse essere in atto un tentativo di esautorare la direzione generale del Turismo. Come aveva denunciato a ilfattoquodidiano.it un funzionario del Mibact.

Il nostro pezzo ha dunque dato il la alla presentazione urgente di due atti ispettivi, con cui si è chiesto conto delle motivazioni che hanno condotto il ministero di Dario Franceschini a siglare l’intesa con Invitalia: il primo promosso dall’on.le Lara Ricciatti e firmato da tutti i componenti del gruppo Si-Sel alla Camera ed il secondo, firmato dal parlamentare del M5S Mattia Fantinati e da una serie di colleghi dello stesso gruppo parlamentare.

La risposta del Mibact alle due interrogazioni è stata pubblicata negli scorsi giorni. Nel testo firmato dal sottosegretario Dorina Bianchi spiccano innanzitutto due passaggi: “l’atto rientra nell’ambito della competenza gestionale propria ed esclusiva del direttore generale del turismo che lo ha sottoscritto” e “l’amministrazione si riserva di svolgere adeguati approfondimenti sulla convezione, anche in relazione ai profili di opportunità e convenienza rappresentati nelle interrogazioni”. Frasi, queste, che hanno il netto sapore di una presa di distanza – con annesso “scaricabarile” -, dall’atto posto in essere da Palumbo.

La replica del sottosegretario, che argomenta a più riprese la sottoscrizione della convenzione con la necessità di integrare “competenze interne, pur ricche ed articolate, con competenze tecniche, scientifiche ed organizzative non presenti nel Ministero […]” riserva però un aspetto sorprendente. E per certi aspetti comico. Perché se è vero come dovrebbe essere e come scrive Dorina Bianchi che “Invitalia ha accumulato numerose e qualificanti esperienze nelle attività di supporto alla definizione ed attuazione di programmi e progetti in campo culturale e turistico […]”, allora non si comprende perché l’agenzia per l’attrazione degli investimenti abbia avuto bisogno di ricorrere al mercato per reclutare, con delle call ad hoc, una serie di profili di alta specializzazione. Per giunta già disponibili nella direzione generale del turismo al Mibact.

Nelle stesse ore in cui la segreteria della Bianchi preparava la risposta alle due interrogazioni, Invitalia firmava infatti i contratti con una serie di specialisti richiesti dalla prospettiva di supportare il Ministero nell’elaborazione del nuovo Piano del Turismo: un esperto senior in normativa e regolamentazione del settore turistico, un esperto senior in analisi econometriche, economiche e valutazione delle politiche di sviluppo nei settori del turismo, della cultura e dei sistemi territoriali, un esperto senior in programmazione e politiche per lo sviluppo turistico, della cultura e dei sistemi territoriali, un esperto senior in economia della cultura e del turismo.

A questo punto sorge spontaneo un interrogativo: a cosa è servito in realtà commissionare 1,5 milioni di euro di lavori ad Invitalia, priva come era delle competenze, già presenti al Mibact, poste a giustificazione della convenzione?

@albcrepaldi

Riceviamo e pubblichiamo la seguente replica

Caro Direttore,
In merito all’articolo “Turismo, il Mibact paga Invitalia per specialisti che non ha”, è doveroso precisare che Invitalia non ha “firmato alcun contratto con specialisti” esterni per supportare l’elaborazione del nuovo Piano del Turismo. Non solo: può rassicurare voi e i lettori che non sottoscriverà alcun contratto con specialisti neppure nel futuro.
Il supporto alla Direzione Generale è e sarà assicurato da personale interno e Invitalia non attiverà rapporti di collaborazione esterna per l’esecuzione delle attività in questione.
L’Ufficio Stampa Invitalia

La risposta del blogger

Invitalia, a partire dal 7 marzo, attraverso il proprio sito ed altri ambienti web, ha avviato una ricerca dei quattro profili citati. Che, come si ricava chiaramente dal contenuto dei relativi annunci, erano destinati a coadiuvare il Mibact nella elaborazione del piano sul turismo. Se in corsa c’è stato un ripensamento – verosimilmente indotto dalla sollevazione del caso della convenzione tra Mibact e Invitalia da parte del fattoquotidiano.it -, ne prendiamo atto. E umanamente esprimiamo sincero dispiacere per chi era stato selezionato e attendeva solo di prendere possesso della sua scrivania in Invitalia.

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