Il governatore è tornato a difendere le misure straordinarie messe in campo un anno fa e rafforzate a marzo, quando gli acquisti di titoli sono stati aumentati da 60 a 80 miliardi al mese includendo, oltre a quelli di Stato, anche le obbligazioni societarie. I tassi di interesse restano ai minimi "e in futuro potranno scendere anche più giù". Versare soldi direttamente ai cittadini? "Non ne abbiamo parlato"
Chi critica la Banca centrale europea per la sua politica di tassi negativi “ha ricevuto anche sostanziosi capital gain dai titoli che acquistiamo. Bisogna resistere alla tentazione di criticare” questa scelta in continuazione. Del resto l’Eurotower ha “il mandato di perseguire la stabilità dei prezzi per tutta l’Eurozona e non solo per la Germania. Questo mandato è stabilito dai trattati e dalle leggi europee e noi obbediamo alle leggi, non ai politici, perché siamo indipendenti”. Così il presidente dell’Eurotower Mario Draghi, in conferenza stampa da Francoforte, è tornato a difendere dalle critiche, soprattutto quelle arrivate da Berlino, l’ulteriore taglio dei tassi e il corposo pacchetto di interventi straordinari messo in campo il 10 marzo. Tra il resto rifinanziamenti a tassi negativi alle banche (vale a dire che è la Bce a pagare loro un interesse) a patto che aumentino i prestiti a famiglie e imprese, ampliamento del qe alle obbligazioni delle grandi aziende e intensificazione del ritmo degli acquisti di titoli di Stato, passati da 60 a 80 miliardi al mese.
Draghi ha parlato dopo che il consiglio direttivo della Bce ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse: quello principale rimane al minimo storico dello 0,00%, così come quello sui depositi bancari che resta a -0,40% e quello di rifinanziamento marginale a 0,25%. “La nostra politica monetaria è stata l’unica politica che negli ultimi quattro anni abbia sostenuto la crescita”, ha rivendicato. Assicurando che “continueremo a farlo, ma chiaramente “servono altre condizioni, prima di tutto le riforme strutturali” e una politica fiscale più accomodante, il che significa “meno tasse, meno spesa pubblica e più investimenti“. Al contrario, “il risultato (delle critiche, ndr) è che gli obiettivi si allontanano e dunque serve un’espansione ancora maggiore”. Insomma: se “un dibattito educato, ancorché acceso, sarebbe il benvenuto”, al contrario “le critiche di un certo tipo potrebbero apparire come in grado di mettere in pericolo l’indipendenza della Bce”. Secondo Draghi finora “non c’è alcuna prova significativa” che i bassi tassi introdotti dalla Bce stiano pesando sui risparmiatori e sulle casse di risparmio tedesche, le Sparkasse. Nel pomeriggio la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha ribattuto: “E’ legittimo che la gente in Germania sostenga il fatto che i tassi di interesse dovrebbero essere molto più alti, ma questo dibattito non deve essere confuso con un’interferenza nella politica indipendente della Bce”.
Soldi nei conti dei cittadini? “Non ne abbiamo discusso” – L’ultimo motivo di tensione tra Draghi e il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble, che all’inizio di aprile aveva incolpato la politica espansiva della Bce di alimentare l’ascesa del partito di destra anti-immigrazione Alternativa per la Germania, è stata l’ipotesi di un intervento del tipo “helicopter money“: in pratica far arrivare i soldi direttamente nelle tasche dei cittadini. Draghi ha disinnescato le polemiche ribadendo che il consiglio “non ne ha mai parlato” e ricordando di aver detto, anche a marzo, che si tratta di un concetto “discusso da economisti e in molti ambienti ma gravido di difficoltà istituzionali e regolatorie”. Insomma, l’idea che l’Eurotower possa stimolare i consumi iniettando liquidità nei conti correnti non è sul tavolo. Schaeuble stesso “è tornato sulle sue parole” per quanto riguarda le responsabilità dell’Eurotower nella crescita del parito anti-europeo, ha rimarcato l’ex governatore di Bankitalia, e in occasione del recente meeting dell’Fmi a Washington c’è stato un confronto “positivo, fruttuoso, pacato e amichevole“.
Tassi al minimo “o più bassi” anche dopo marzo 2017 – I tassi di interesse resteranno “al livello attuale o più basso per un prolungato periodo di tempo oltre l’orizzonte del nostro piano di acquisto di asset. Per quanto concerne le misure non convenzionali di politica monetaria, abbiamo iniziato ad ampliare gli acquisti mensili nel quadro del Programma di acquisto di attività a 80 miliardi di euro, dal precedente ammontare di 60 milioni. Questo proseguirà fino a fine marzo 2017 o oltre se necessario”, ha detto Draghi durante la conferenza stampa, la prima dopo quella che, in marzo, l’ha visto annunciare un corposo pacchetto di interventi straordinari: tra il resto rifinanziamenti a tassi negativi alle banche (vale a dire che è la Bce a pagare loro un interesse) a patto che aumentino i prestiti a famiglie e imprese – la prima asta per l’assegnazione dei fondi avverrà a giugno – all’ampliamento del qe alle obbligazioni delle grandi aziende.
“Inflazione potrebbe tornare negativa prima di risalire” – “La trasmissione a famiglie e imprese della politica monetaria, in particolare attraverso il canale bancario, si sta rafforzando”, ha rivendicato il presidente dell’istituzione di Francoforte, “ma persistono incertezze globali. Il consiglio continuerà a monitorare l’evoluzione dell’inflazione verso gli obiettivi e userà tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato per raggiungere l’obiettivo di un livello dei prezzi vicino al 2%”. Nel frattempo “il pil dell’area euro nell’ultimo trimestre 2015 è aumentato dello 0,3% trimestre su trimestre. I dati sul primo trimestre 2016 attestano un ritmo di crescita simile. Ci attendiamo che ripresa proceda, anche se permangono rischi al ribasso e restano incertezze legate a variabili geopolitiche. Di conseguenza l’inflazione, che a marzo si è attestata allo 0%, potrebbe tornare negativa prima di tornare positiva nel secondo semestre. La domanda domestica continua a essere supportata dalle misure di politica monetaria”. “Per sfruttare appieno gli effetti della politica monetaria”, comunque, “servono più sforzi e livello nazionale e europeo. Politiche strutturali, in particolare azioni per alzare produttività e migliorare l’ambiente di business e le infrastrutture”.