Partecipazione attiva dei cittadini, legalità, trasparenza, rispetto della Costituzione, attenzione alle problematiche del lavoro e dell’ambiente. Sono le parole d’ordine con cui Basilio Rizzo, esponente storico della sinistra milanese e attuale presidente del consiglio comunale, presenta la sua proposta politica come candidato sindaco. Una proposta che descrive come “l’unica alternativa alla deriva dei due manager”: Stefano Parisi, per il centrodestra, e Giuseppe Sala, l’uomo voluto da Matteo Renzi per guidare il centrosinistra. Entrambi ex direttori generali a Palazzo Marino ai tempi di Letizia Moratti, “figure sovrapponibili” in quanto a programmi e interessi rappresentati: “C’è un pericolo per la democrazia, che è confronto e non uguaglianza di programmi – dice Rizzo – Altrimenti finiscono per dominare gli interessi consociativi e non quelli dei cittadini”.
Rizzo è chiaro su un punto: “Non accusateci di voler fare vincere il centrodestra. Noi rendiamo un servizio di cui la città aveva bisogno, fare vincere dei valori che non possono essere abbandonati”. È lui quell’anti Sala che la sinistra sinistra ha cercato dopo la decisione di non partecipare alle primarie vinte dall’ex numero uno di Expo. La sua lista, ‘Milano in comune’, unisce tra gli altri Prc Rifondazione comunista, Pdci, Altra Europa con Tsipras e la formazione di Pippo Civati, Possibile. Per la presentazione dei candidati, Rizzo ha scelto piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino. Qui vuole portare quella “correttezza nell’amministrazione che si deve nutrire della vigilanza dei cittadini”. Vuole iniettare quegli “anticorpi” resi necessari dalla “caduta di resistenze nei confronti della difesa della legalità” che – secondo Rizzo – rischia di essere una conseguenza delle candidature di Sala e Parisi. I suoi avversari parlano di riforma della macchina amministrativa. Lui sottolinea: “Chi dice che bisogna intervenire tagliando ed esternalizzando non capisce che dietro i tagli ci sono meno servizi per i cittadini”. Poi una proposta: “Il rapporto tra gli stipendi dei dirigenti di Palazzo Marino e dei dipendenti meno pagati sia al massimo di 10 a 1”.
Non manca un riferimento alle stoccate che nell’ultimo periodo Rizzo si è dato con Giuliano Pisapia, sindaco che ha sostenuto seppure da una posizione a volte critica: “Mi sono sentito deluso tutte le volte che questa amministrazione non ha rispettato il sogno del 2011. Se devo pagare un prezzo per aver detto che alcune cose non si dovevano fare, lo pago volentieri”. E Rizzo non si è tirato indietro dal dire la sua su provvedimenti della giunta che non condivideva. È successo per esempio sulla dismissione di parte delle quote della società aeroportuale Sea, una delle aziende partecipate dal comune che nel programma del candidato sindaco “non andranno privatizzate”. Ed è successo sulla delibera voluta da Pisapia per il recupero degli ex scali ferroviari, bocciata in consiglio anche per il mancato appoggio di alcuni esponenti della maggioranza, tra cui proprio Rizzo, che ne contestava l’eccessiva previsione di cemento. Proprio all’urbanistica dedica uno dei passaggi più decisi: “Va guidata a partire dal bisogno dei cittadini. Non a partire dagli interessi dei costruttori”.
C’è poi Expo. Il presidente del consiglio comunale non ha mai risparmiato critiche su un progetto considerato inutile, e ora non le risparmia per la mancanza di trasparenza nel fornire informazioni sulla gestione dell’evento. A Sala, che dopo il rinvio della presentazione del bilancio ha insistito ancora sui “conti in ordine”, replica: “Il miracolo dei conti di Expo secondo Sala sarebbe quello che, pur essendo andato in perdita ogni anno, alla fine il bilancio è in attivo. Io non sono mai riuscito a capire la logica di questa cosa”. In lista con Rizzo, in ordine alfabetico e alternando i nomi delle donne con quelli degli uomini, ci sono candidati provenienti dal mondo universitario, come la docente Ottavia Albanese, dal mondo del lavoro e del sindacato, come il presidente di Unione inquilini di Milano Gianni Belli, dal movimento Lgbtq, come l’attuale consigliera comunale Anita Sonego. Ci sono alcuni giovani “studenti antimafia” del docente Nando Dalla Chiesa, rappresentanti dell’associazionismo, come Dino Barra, e delle professioni, come Tecla Maria Faranda.
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