Fallito il referendum sulle trivelle non si spegne il dibattito sulle fonti di energia rinnovabili. Il Movimento 5 Stelle ha presentato il suo Programma energetico, che mira alla rinuncia alle fonti fossili entro il 2050. Nel documento, il partito di Beppe Grillo attacca frontalmente il governo accusato di “favorire le lobby delle fossili” e “bloccare le nuove installazioni per la produzione di energia da fonte rinnovabile”. Il premier Matteo Renzi, che domenica davanti al 32% di affluenza alle urne aveva parlato di “risultato netto, chiaro, superiore alle aspettative di tutti gli opinionisti”, ha reagito ribadendo da New York che se oggi “l’energia rinnovabile è al 39 per cento”, ora “il nostro obiettivo è portarlo al 50. E’ un obiettivo alla nostra portata, non con gli incentivi ma con quadro normativo chiaro”. Già a fine marzo, subito prima che lo scandalo petroli travolgesse l’ex ministro dello Sviluppo economico (responsabile anche della strategia energetica) Federica Guidi, Renzi durante un’altra visita negli Usa aveva del resto annunciato di voler ridurre la dipendenza da fonti fossili. A cavallo del referendum, però, l’attenzione del presidente del Consiglio si è concentrata soprattutto sugli inviti all’astensione

Il piano energetico dei 5 Stelle si articola in 11 punti. Da un lato, si cerca di frenare le fonti fossili. I grillini chiedono di eliminare i sussidi, chiudere le centrali a carbone e gli inceneritori e imporre la carbon tax, una tassa ambientale sull’uso del carbone. Dall’altro lato, la proposta prevede la revisione dei sistemi di incentivazione per l’efficienza energetica e dell’ecobonus, interventi per la diffusione dell’informazione ecologica certificata dei prodotti, un piano per la mobilità collettiva pubblica e privata. L’obiettivo dichiarato è eliminare il carbone entro il 2020, il petrolio entro il 2040 e il gas entro il 2050, chiudendo definitivamente il capitolo fonti fossili.

Alla domanda su dove reperire i fondi, il piano energetico risponde che “basta semplicemente fare scelte politiche differenti rispetto a quelle di questo governo. Un governo fossile che non ha fatto altro che legiferare contro le rinnovabili e a favore delle fonti fossili”. Poi si passa a elencare quelli che il Movimento 5 Stelle definisce “aiuti di Stato alle fossili”, dai sussidi ai trasporti alle esenzioni fiscali, per arrivare a una conclusione: “Attualmente i sussidi alle fonti fossili ammontano a più di 13 miliardi di euro l’anno”. I 5 Stelle accusano il governo anche di avere “ostacolato gli interventi di efficientamento e risparmio energetico, di produzione e di generazione distribuita dell’energie rinnovabili. Per esempio, il M5s sottolinea come l’esecutivo non abbia attuato il Fondo nazionale per l’efficienza energetica, né reso strutturale l’ecobonus o dato esecuzione alla direttiva comunitaria in materia di mobilità elettrica.

Poche ore dopo la presentazione del piano 5 Stelle, anche Renzi è appunto tornato sul tema rinnovabili. “Vogliamo investire di più e meglio sull’eolico – ha spiegato – Il modo in cui l’Italia può migliorare la performance dell’eolico è la tecnologia. Nel solare siamo già leader a livello mondiale. Il geotermico è piccolino, vale poco e non potrà mai essere risolutivo ma va coltivato”. Poi, in cauda venenum, un nuovo attacco all’”ambientalismo ideologico” da cui “bisogna uscire” per “essere concretamente dalla parte dell’ambiente”. “Quelli che sono per l’ambiente sanno che bisogna usare il gas che abbiamo perché se no ci tocca far arrivare le petroliere. E a chi dice ‘facciamo come Obama‘ faccio notare che l’america di Obama ha fatto un capolavoro dal punto di vista energetico rendendosi indipendente, ma l’ha fatto con fracking, che in Italia è vietato, e dico opportunamente vietato. A chi dice che la Francia fa meglio di noi, dico che Francia e Germania hanno il nucleare”.

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