I RICORDI DEL FIUME di Gianluca e Massimiliano De Serio (Italia, 2015) con gli abitanti dell’ex baraccopoli Platz di Torino. Durata: 96’ Voto 3/5
I gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio filmano fin dal 2002 (Maria Jesus, per chi li ha scoperti in mezzo al gelo torinese) gli “altri”, i reietti, gli ultimi, quelli arrivati tardi e nascosti sotto al tappeto della dis-urbanizzazione delle grandi città e lasciati a patire come bestie da cortile il delirio globalizzato. Con I ricordi del fiume – versione lunga di quasi tre ore all’ultima Venezia, qui ridotta a ’96 – aggiornano il loro impegno civile, il loro sguardo antispettacolare, sull’enorme baraccopoli torinese Platz mentre inizia il suo sgombero. Bimbi, anziane signore, baracche, rottami, cagnetti, preghiere, fiumi di preghiere, nello scorrere temporale che porta molte famiglie rumene in nuove case, o di nuovo in Romania, o in altre periferie metropolitane.
La macchina da presa segue da vicino gli improvvisati protagonisti, lo sguardo si sofferma anche su piccoli criminali che raccontano un furto o su donne che rimestano dentro i bidoni della spazzatura. Cinema della testimonianza che trattiene il ricordo, come una prolungata istantanea di quello che spesso si evita di guardare. Eppure è lì, vivo, identico al resto del mondo, reale come quelle dannate tv accese che funzionano anche dentro le baraccopoli. Il cinema dei De Serio, tra (moltissimi) alti e (pochissimi) bassi, ci racconta sempre con trasporto e passione la stesso concetto. Su questa terra siamo tutti come quel bambino che apre e chiude il film con una canottiera colorata saltellando tra vetri rotti e macerie: siamo tutti terribilmente uguali. (DT)