La legittima difesa da tempo è un tema caro ai leghisti e il testo, pensato dopo il caso del benzinaio Graziano Stacchio e riproposto sull'onda dell'emozione dopo la vicenda del pensionato di Vaprio d'Adda, oltre a vedere il Carroccio sulle barricate non convince e non piace neppure Area popolare. Che ha proposto e ottenuto dall'Aula il rinvio
La legittima difesa, dopo il rinvio del marzo scorso, ritorna in commissione Giustizia. Non c’è solo il tema delle intercettazioni e della prescrizione ad agitare le acque della maggioranza. Il testo base della Lega, che vuole modificare l’articolo 52 del codice penale e prevede che non sia più punibile chi uccide il ladro in casa, era stato modificato da un emendamento Pd che lo aveva “ammorbidito” prevedendo la possibilità di reagire soltanto in caso di “grave turbamento”. La legittima difesa da tempo è un tema caro ai leghisti e il testo, pensato dopo il caso del benzinaio Graziano Stacchio (per cui è stata chiesta l’archiviazione) e riproposto sull’onda dell’emozione dopo la vicenda del pensionato di Vaprio d’Adda, oltre a vedere il Carroccio sulle barricate non convince e non piace neppure Area popolare.
Tanto che il ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa, vice ministro della Giustizia fino a gennaio scorso, dopo avere presenziato ieri a una manifestazione dell’Idv che ha raccolto 200mila firme, in una intervista a La Repubblica ha spiegato come la legittima difesa essere “rafforzata, perché i ladri in casa fanno paura a tutte le famiglie italiane”. La proposta sottolinea il centrista “tocca solo una sfumatura del problema. La norma sulla legittima difesa, l’articolo 52, che è il cuore della disciplina, resta intatto nella sua genericità che ha portato ogni tribunale a dare un’interpretazione diversa”. E così oggi l’Assemblea, su richiesta di Ap, ha approvato la richiesta avanzata da Ap di rinvio in commissione per 160 voti di scarto scatenando la protesta la Lega i cui rappresentanti hanno esposto cartelli con la scritta “La difesa è sempre legittima”. E non sono mancate le urla “vergogna” verso i banchi del Pd.
Costa cita anche i dati di una “criminalità che ha cambiato pelle. L’anno scorso in Italia ci sono stati oltre 230mila furti in abitazione e 3mila rapine in casa. Sono dati migliori rispetto agli anni precedenti, ma quasi un delitto su 10 è un furto in abitazione. Sono reati che colpiscono non solo il patrimonio ma l’intimità della vita familiare”. “Per noi il testo così va bene” ha spiegato il responsabile Giustizia del Pd David Ermini, autore dell’emendamento con cui si modifica l’articolo 59 ed escludendo “la colpa dell’agente se l’errore riferito alla situazione di pericolo e ai limiti imposti è conseguenza di un grave turbamento psichico ed è causato, volontariamente o colposamente, dalla persona contro cui è diretto il fatto”.
Sulla norma, insomma, i giochi sono tutt’altro che chiusi. “Ho votato contro l’inutile ulteriore rinvio in commissione della discussione sulla legittima difesa. Stante l’adesione massiccia degli italiani, parlamentarizzerò la discussione – dichiara Nello Formisano, portavoce parlamentare dell’idv – presentando immediatamente anche al Parlamento la nostra proposta di legge di iniziativa popolare che sta riscuotendo enorme successo tra i cittadini. Centinaia di Comuni stanno collaborando alla raccolta, e in alcune località oltre un cittadino su 10 ha firmato la nostra proposta che intende garantire più libertà di difesa in caso si venga aggrediti da ladri e delinquenti all’interno della propria abitazione o del proprio negozio.”
“Area popolare ha chiesto il rinvio in commissione perché riteniamo si debbano circostanziare meglio due punti imprescindibili di questa legge – dice Nino Marotta, capogruppo di Area popolare in commissione Giustizia, intervenendo in Aula – Innanzitutto, va rafforzata la tutela dei cittadini che subiscono violazioni del proprio domicilio o si trovano a vivere situazioni drammatiche. La seconda, non meno importante, vogliamo restringere al massimo gli interventi discrezionali della magistratura, determinando e fissando elementi oggettivi rispetto ai quali il magistrato deve agire, evitando così decisioni discrezionali o soggettive”. Da oggi, la nostra battaglia in commissione sarà quella di circostanziare e tipizzare i dati oggettivi e soggettivi che contraddistinguono il fatto, al fine di garantire da parte dei magistrati un’interpretazione dei fatti più uniforme possibile. Il nostro obiettivo è rafforzare la tutela dei cittadini ed evitare discrezionalità o interpretazioni soggettive, anche nell’interesse stesso del lavoro della magistratura. Su questo, daremo battaglia in Commissione”.
“Il confronto sulla legittima difesa è un tema assai tema importante ma non va banalizzato creando conflitti parlamentari a fini elettorali. Lo Stato – dice il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio – ha il dovere di garantire la sicurezza dei suoi cittadini, ma certamente senza diffondere una cultura da Far West che non ci appartiene: si tenga presente il serio dibattito che si sta sviluppando negli Usa sul possesso di armi da parte dei cittadini. Diventa necessario, dunque, moderare i toni che sembrano motivati solo dalla campagna elettorale e affrontare una discussione seria e approfondita”.