Dopo gli scontri del 3 aprile fra No border e gendarmeria austriaca al confine di Stato, le tensione in Alto Adige resta alta. In attesa che Vienna chiarisca le sue intenzioni in sede europea, dopo avere iniziato la costruzione della barriera anti-immigrati, sono gli attivisti dei centri sociali a fare la prima mossa. In una lettera indirizzata “alle istituzioni e ai cittadini di Europa, Austria e Italia, Nord e Sud Tirolo, Brennero ed Innsbruck” annunciano che domenica 24 aprile attraverseranno in corteo la rediviva frontiera alpina per affermare il diritto alla libertà di movimento perché “il sogno europeista vale più della paura che costruisce muri”.
I toni della missiva, che porta in calce le firme del deputato di Sinistra italiana Giovanni Paglia e di Gianmarco De Pieri del centro sociale bolognese Tpo, sono decisi, ma concilianti: “Vi invitiamo a parlarci, a incontrarci, a capirci”. E ancora: “Il 24 aprile vogliamo attraversare quel confine come avremmo fatto in una qualsiasi domenica di primavera, in tante e tanti con la massima serenità e la tranquillità”.
Nessuna voglia di arrivare allo scontro insomma, ma un punto fermo sì, per il momento solo ideologico: “Abbiamo saputo che al Brennero il governo austriaco stia pensando di ripristinare una frontiera, ma non ci arrenderemo a questo senza discutere e manifestare per un’idea diversa, che è quella dei padri fondatori dell’Europa”.
In attesa di capire quale sarà la reazione delle autorità austriache, dato che la marcia in programma “sconfinerà” nel loro territorio, interviene la polizia di Bolzano. Dopo la chiusura di sette giorni fa, quando il questore Lucio Carluccio aveva precisato che “nessuna manifestazione, pur se costituzionalmente garantita, sarà consentita se comporterà il blocco del traffico al confine di Stato”, l’atmosfera ora è più distesa. “Nessun allarme o tensione, ma la dovuta attenzione istituzionale rispetto ad alcune manifestazioni sui migranti annunciate al valico del Brennero”, si legge in una nota. Semaforo verde a patto che il tutto si svolga “nel rispetto della legalità e senza ricadute negative per la comunità del Brennero e per il traffico veicolare”.
Al netto di eventuali problemi di ordine pubblico, sotto le Dolomiti sanno bene che le ricadute della decisione di Vienna di ripristinare i controlli di frontiera saranno pesanti, soprattutto dal punto di vista economico e sociale. Con punte di 57mila veicoli pesanti e leggeri al giorno, il valico alpino è il più trafficato d’Europa. Chiuderlo, o anche solo rallentarlo, comporterà il collasso del sistema dei trasporti sull’asse Verona-Monaco con ricadute fino a 12 miliardi di euro di perdite all’anno, come denuncia la Camera di commercio di Bolzano.
In più la pacifica convivenza fra la maggioranza tedesca e la minoranza italiana è sempre stata garantita dalla progressiva scomparsa della frontiera, simbolo dell’autonomia di cui gode la provincia a statuto speciale.
Le autorità locali sono consapevoli che il Brennero non può e non deve essere trasformato nel nuovo target dei comitati No border, come Ventimiglia, Idomeni o Calais, ma sanno pure che la partita si giocherà a Vienna e non a Roma.
Il 24 aprile, fra le altre cose, in Austria si vota per le elezioni presidenziali e per molti osservatori l’atteggiamento muscolare del governo è un tentativo di mettere un argine all’avanzata delle formazioni populiste e xenofobe di Oltreconfine. Intanto però la costruzione della barriera anti-immigrati procede: per il momento sembra un qualsiasi cantiere stradale, ma, secondo quanto comunicato dalla polizia tirolese, una volta completata sarà lunga 250 metri e sbarrerà all’occorrenza autostrada, statale e ferrovia.
“Abbiamo viaggiato in questo Continente liberi dal peso dei confini da quando siamo nati e vogliamo continuare a farlo, perché crediamo sia il prodotto migliore dell’Unione europea”, scrivono i No border. Quando arriveranno al Brennero le urne in Austria saranno ancora aperte, loro si augurano che lo sarà pure la frontiera.
Cronaca
Migranti, lettera dei No border all’Austria: “Domenica attraverseremo il confine del Brennero”
La tensione per il corteo del 24 aprile rimane alta. Gli attivisti confermano l'iniziativa, ma smorzano i toni: “Saremo sereni e tranquilli”. La questura di Bolzano dice sì a patto che non ci siano blocchi del traffico. Resta da capire la posizione di Vienna che proprio quel giorno voterà il nuovo presidente
Dopo gli scontri del 3 aprile fra No border e gendarmeria austriaca al confine di Stato, le tensione in Alto Adige resta alta. In attesa che Vienna chiarisca le sue intenzioni in sede europea, dopo avere iniziato la costruzione della barriera anti-immigrati, sono gli attivisti dei centri sociali a fare la prima mossa. In una lettera indirizzata “alle istituzioni e ai cittadini di Europa, Austria e Italia, Nord e Sud Tirolo, Brennero ed Innsbruck” annunciano che domenica 24 aprile attraverseranno in corteo la rediviva frontiera alpina per affermare il diritto alla libertà di movimento perché “il sogno europeista vale più della paura che costruisce muri”.
I toni della missiva, che porta in calce le firme del deputato di Sinistra italiana Giovanni Paglia e di Gianmarco De Pieri del centro sociale bolognese Tpo, sono decisi, ma concilianti: “Vi invitiamo a parlarci, a incontrarci, a capirci”. E ancora: “Il 24 aprile vogliamo attraversare quel confine come avremmo fatto in una qualsiasi domenica di primavera, in tante e tanti con la massima serenità e la tranquillità”.
Nessuna voglia di arrivare allo scontro insomma, ma un punto fermo sì, per il momento solo ideologico: “Abbiamo saputo che al Brennero il governo austriaco stia pensando di ripristinare una frontiera, ma non ci arrenderemo a questo senza discutere e manifestare per un’idea diversa, che è quella dei padri fondatori dell’Europa”.
In attesa di capire quale sarà la reazione delle autorità austriache, dato che la marcia in programma “sconfinerà” nel loro territorio, interviene la polizia di Bolzano. Dopo la chiusura di sette giorni fa, quando il questore Lucio Carluccio aveva precisato che “nessuna manifestazione, pur se costituzionalmente garantita, sarà consentita se comporterà il blocco del traffico al confine di Stato”, l’atmosfera ora è più distesa. “Nessun allarme o tensione, ma la dovuta attenzione istituzionale rispetto ad alcune manifestazioni sui migranti annunciate al valico del Brennero”, si legge in una nota. Semaforo verde a patto che il tutto si svolga “nel rispetto della legalità e senza ricadute negative per la comunità del Brennero e per il traffico veicolare”.
Al netto di eventuali problemi di ordine pubblico, sotto le Dolomiti sanno bene che le ricadute della decisione di Vienna di ripristinare i controlli di frontiera saranno pesanti, soprattutto dal punto di vista economico e sociale. Con punte di 57mila veicoli pesanti e leggeri al giorno, il valico alpino è il più trafficato d’Europa. Chiuderlo, o anche solo rallentarlo, comporterà il collasso del sistema dei trasporti sull’asse Verona-Monaco con ricadute fino a 12 miliardi di euro di perdite all’anno, come denuncia la Camera di commercio di Bolzano.
In più la pacifica convivenza fra la maggioranza tedesca e la minoranza italiana è sempre stata garantita dalla progressiva scomparsa della frontiera, simbolo dell’autonomia di cui gode la provincia a statuto speciale.
Le autorità locali sono consapevoli che il Brennero non può e non deve essere trasformato nel nuovo target dei comitati No border, come Ventimiglia, Idomeni o Calais, ma sanno pure che la partita si giocherà a Vienna e non a Roma.
Il 24 aprile, fra le altre cose, in Austria si vota per le elezioni presidenziali e per molti osservatori l’atteggiamento muscolare del governo è un tentativo di mettere un argine all’avanzata delle formazioni populiste e xenofobe di Oltreconfine. Intanto però la costruzione della barriera anti-immigrati procede: per il momento sembra un qualsiasi cantiere stradale, ma, secondo quanto comunicato dalla polizia tirolese, una volta completata sarà lunga 250 metri e sbarrerà all’occorrenza autostrada, statale e ferrovia.
“Abbiamo viaggiato in questo Continente liberi dal peso dei confini da quando siamo nati e vogliamo continuare a farlo, perché crediamo sia il prodotto migliore dell’Unione europea”, scrivono i No border. Quando arriveranno al Brennero le urne in Austria saranno ancora aperte, loro si augurano che lo sarà pure la frontiera.
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Sport
Addio a Pizzul, voce storica delle telecronache della Nazionale. Da “tutto molto bello” a Italia 90, ha rivoluzionato il racconto in tv del calcio
Giustizia & Impunità
Milano e le inchieste sull’urbanistica: il primo arresto. Ai domiciliari ex dirigente: ‘Corruzione e depistaggio’. Domani in Senato l’esame della legge voluta da Sala
Mondo
Trump: “Apprezzo il messaggio di Zelensky in favore della pace, segnali anche dalla Russia”. E insiste: “Prenderemo pure la Groenlandia”
Tokyo, 5 mar. (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta incontrando il Primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, nel palazzo Kantei, per quello che è l'appuntamento con la valenza più politica della Visita ufficiale che il Capo dello Stato sta effettuando nel Paese del Sol levante e che si protrarrà fino a sabato prossimo.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Addio a Bruno Pizzul. La sua voce inconfondibile ci ha accompagnato per decenni nelle notti del calcio. Da quelle ‘magiche’ della nazionale azzurra ai mondiali del ’90, a quella ‘tragica’ dell’Heysel. Professionale, coinvolgente, pacato. Ci lascia un gigante del giornalismo sportivo e della Rai. Condoglianze alla famiglia”. Così la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini, responsabile sport del partito.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - La politica trumpiana sui dazi "non ci ha indotto a modificare la nostra strategia. Allo stato attuale, stante la geografia dei dazi, l’impatto sul nostro business è zero’. Così Alessandro Bernini, Ceo di Maire, rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del Capital Market Day 2025, con il quale il Gruppo ha presentato i risultati del 2024 e gli obiettivi per il prossimo futuro alla business community nazionale ed internazionale riunita nell’head quarter milanese dell’azienda.
“Per quello che ci serve in Italia e in Europa - aggiunge - abbiamo una supply chain domestica, con la nostra vendor list italiana che valorizza l’economia del nostro Paese, per quanto ci è possibile”.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Si è spenta per sempre la voce di Bruno Pizzul che ha accompagnato per tanti anni le nostre domeniche di calcio. Con il suo stile inconfondibile di vero professionista del servizio pubblico. Prima Niccolò Carosio poi Nando Martellini e infine Bruno Pizzul. Icone del giornalismo sportivo della Rai e non solo". Lo afferma l'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del partito.
"Bruno Pizzul -aggiunge- è stato un tifoso della Nazionale, sì, ma mai partigiano. Raccontava il calcio con misura, con un codice di sobrietà e senza cercare di essere protagonista. Niente eccessi, nessuna sciatteria linguistica, solo competenza e passione. Un esempio di giornalismo sportivo che oggi sembra lontano. Che la terra gli sia lieve”.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Assimpredil-Ance Milano e la società immobiliare Abitare In risultano indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta milanese sull'urbanistica che ha portato ai domiciliari l'architetto Giovanni Oggioni, in qualità di vice presidente della commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino.
In particolare, secondo quanto emerge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, alla società immobiliare viene contestato di "non aver rilevato l'evidente conflitto di interessi tra Oggioni dirigente del Sue di Milano e poi vice presidente delle commissione per il Paesaggio e la figlia (non indagata, ndr) remunerata (circa 124mila euro) quale stabile collaboratrice dell'impresa" dal 2020 a oggi.
Per Assimpredil-Ance Milano, invece, la contestazione riguarda il "non aver rilevato - si legge nel provvedimento - l'evidente conflitto di interessi di Oggioni incaricato di un contratto di consulenza pluriennale del valore di 178.000 euro" (quasi 179mila secondo la cifra indicata nel sequestro preventivo), dal novembre 2021 e ancora in essere. La procura di Milano ha chiesto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato all'architetto arrestato.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Giovanni Oggioni, l'architetto ed ex dirigente del Comune di Milano finito ai domiciliari per corruzione, falso e depistaggio in un'inchiesta sull'urbanistica, ha usato il suo ruolo di vice presidente della Commissione per il paesaggio di Palazzo Marino, come "cerniera occulta tra l'amministrazione e gli interessi dei privati". Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini che ha respinto la richiesta del carcere avanzata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. Ne è prova, ad esempio, "l'aver brigato per pilotare le candidature e le nomine dei componenti della commissione per il paesaggio da rinnovare".
Le indagini "hanno disvelato l'esistenza di un consolidato sistema di corruttela commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato - tra gli altri - sulla figura di Giovanni Oggioni e la Commissione Paesaggio. In pratica, grazie alla presenza di Oggioni all'interno dell'organismo (interamente composto da professionisti operanti sul territorio di Milano), importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse" scrive il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare. "Tutto ciò era accompagnato da un disinvolto rilascio di titoli edilizi illegittimi, preceduto da mistificazioni e omissioni disseminate in maniera strumentale, nonché da un sistematico aggiramento delle norme morfologiche di settore e delle procedure previste dalla legge per garantire il vaglio da parte della Giunta regionale" si legge nel provvedimento.
Il canale del convenzionamento privato, la manipolazione terminologica, l'istituzione della Commissione Paesaggio e il conferimento a quest'ultima di poteri discrezionali- non previsti dalla normativa primaria e secondaria - hanno stravolto i termini della pianificazione urbanistica meneghina, concentrandola in capo a un ristretto gruppo di potere, assai permeabile alle pressioni delle lobbies costruttrici". Per quanto riguarda Oggioni "il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza". L'architetto "ha premuto affinché, in occasione del rinnovo della Commissione Paesaggio (insediata il 7 gennaio 2025), venisse data continuità alla linea seguita dalla composizione precedente, ottenendo, nei fatti, che diversi membri (4 su 15, quasi un terzo) venissero riconfermati. Oltre a ciò, si è visto come Oggioni avesse orientato tutte le nomine, attingendo a un bacino di soggetti graditi e in modo tale da estromettere, o comunque arginare, candidature scomode".
Firenze, 4 feb. - Adnkronos) - "Speriamo di mettere l'Italia al primo posto per la ricerca farmaceutica e non solo per la produzione". Lo ha detto Elcin Barker Ergun, Ceo di Menarini, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati 2024 del Gruppo Menarini a Firenze. "Nel 2025 - ha aggiunto Barker Ergun - non ci saranno grandi cambiamenti nel Gruppo Menarini ma ci aspettiamo che continui la crescita in volume e in valore. Stiamo infatti allargando le approvazioni dei farmaci in molti Paesi".
"Le aziende che non useranno l'intelligenza artificiale non saranno competitive nel futuro. Grazie all'intelligenza artificiale - ha aggiunto - possiamo aumentare l'efficienza operativa e così accelerare tutti i processi, dalla ricerca ai trial per arrivare all'approvazione di un farmaco in tempi più rapidi".