Nata alla fine della guerra come mezzo per "riconvertire" gli stabilimenti aeronautici Piaggio, nel tempo è diventata uno dei simboli del nostro Paese. I festeggiamenti nel museo storico di Pontedera con una mostra fotografica
E’ uno dei simboli dell’Italia nel mondo. E’ persino esposta al MoMA di New York e le sue forme sono inconfondibili. E’ la Vespa, il prodotto Piaggio più famoso, anche se per ragioni commerciali è ormai diventato un marchio a parte. Proprio in questi giorni si celebrano i suoi 70 anni visto che il brevetto di una “Motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica” fu depositato il 23 aprile del 1946.
Gli italiani tentavano di uscire dalle macerie della guerra con grande difficoltà e quel mezzo a due ruote, seppure caro da acquistare per tanti, era comunque molto più economico di un’auto. A questo proposito, è curioso notare il legame tra la Fiat Topolino e il Piaggio MP5 Paperino, cioè il prototipo antesignano della Vespa.
Il Paperino fu sviluppato nel biennio in cui gli stabilimenti di Pontedera furono spostati a Biella, per sfuggire meglio ai bombardamenti, e come l’auto torinese doveva essere il primo scooter del popolo. Tuttavia, aveva alcune caratteristiche che ne limitavano l’uso, come lo scomodo tunnel centrale. Così Enrico Piaggio affidò il progetto a un ingegnere avulso dal mondo motociclistico, quel Corradino D’Ascanio che si può definire come l’inventore dell’elicottero moderno. Furono sue tutte le idee geniali e distintive che caratterizzano le Vespa ancora oggi: la carrozzeria portante, l’assenza di tunnel centrale, il cambio a manopola, il motore completamente carenato e la ruota di scorta.
Lo scooter Piaggio era semplice da guidare, anche per le donne, facile da riparare e non sporcava i pantaloni. Il suo nome, invece, nacque dal primo commento a caldo di Enrico Piaggio, che paragonò la sua silhouette, vista dall’alto, a quella dell’omonimo insetto. Così iniziò la storia di quello che doveva essere un prodotto che desse un senso all’azienda dopo la fine della guerra e che invece è diventato una sorta di leggenda contemporanea.
Per celebrare i suoi 70 anni, dunque, è stata organizzata una mostra fotografica nel Museo Piaggio di Pontedera, dove sarà inaugurata venerdì 22 aprile per rimanere aperta fino a sabato 4 giugno.
Tra i modelli più interessanti ci sono: la Vespa del “giro del mondo in 79 giorni” degli studenti spagnoli Antonio Veciana e Santiago Guillén, firmata a Cadaques da Salvador Dalì nel 1962; la Vespa 150 con cui il giornalista Roberto Patrignani compì, nel 1964, il raid Milano-Tokyo in occasione delle Olimpiadi in Giappone e le PX usate dallo scrittore Giorgio Bettinelli che, tra gli anni Novanta e i Duemila fu protagonista di viaggi incredibili: dalla Alaska alla Terra del Fuoco, dal continente australiano al Sudafrica, fino al giro del mondo Overland con partenza da Capo Horn e arrivo in Tasmania. Se invece preferite i poster storici italiani e internazionali che hanno accompagnato la Vespa nei suoi primi settant’anni, qui sotto ne trovate un’ampia selezione.