A poche ore dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Brescello, parla al FattoTv Catia Silva, ex consigliera comunale della Lega nord, da anni impegnata a denunciare la presenza della ‘ndrangheta nella città emiliana. “In questa piazza, nel 2010, tre personaggi si presentarono dicendomi che mi avrebbero messo la canna della pistola in bocca e nemmeno mio figlio mi avrebbe potuto difendere. Tra questi c’era Salvatore Grande Aracri, figlio di Francesco. Poi – spiega la consigliera leghista – arrivò Alfonso Diletto, oggi al 41 bis per il processo Aemilia. Fece finta di mediare, ma mi disse che se non avessi ritirato quanto detto sui giornali mi sarei fatta del male da sola”. Ma perché la donna è finita nel mirino dei clan? “Nelle liste per le amministrative del 2009 il referente dell’epoca di Forza Italia mi propose alcuni nominativi che rifiutai, perché c’erano parentele con personaggi già noti per questioni di mafia. Mi fu risposto che senza queste persone non avremmo vinto in comune”. Ora per Salvatore Grande Aracri la Direzione distrettuale antimafia di Bologna ha chiesto il giudizio con l’accusa di minacce. Per Diletto l’accusa è violenza privata. In entrambi i casi è contestata l’aggravante di avere agito per agevolare un’associazione mafiosa di David Marceddu e Giulia Zaccariello
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