Rinviato per cattive condizioni meteo il lancio del satellite “sentinella” dell’Agenzia spaziale europea (Esa),”Sentinel-1B“, previsto nella tarda serata del 22 aprile, alle 23:02 ora italiana, dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana francese. La data del nuovo lancio – in programma inizialmente lo stesso giorno in cui l’Onu, attraverso la Giornata della Terra, invita l’opinione pubblica a prendersi cura del Pianeta e a tutelare le sue risorse naturali – non è stata ancora comunicata dall’Esa. A portare in orbita il satellite sarà il vettore russo Soyuz.
Sentinel-1B è uno dei satelliti del programma europeo “Copernicus”, varato da Commissione Ue ed Esa per l’osservazione e il monitoraggio dell’atmosfera, degli oceani e delle superfici continentali del Pianeta. Ogni missione Sentinel – il programma ne prevede sei complessivamente – è basata su una costellazione di due satelliti. Il primo, Sentinel 1-A, è stato lanciato nell’aprile 2014. Il suo gemello possiede come il predecessore un occhio speciale: un sofisticato radar in grado di fornire, da un’altezza di circa 700 km, immagini della superficie terrestre in ogni condizione meteo, sia di giorno che durante le ore notturne, con una risoluzione che spazia tra i 5 e i 25 metri. Immagini che raccontano il nostro Pianeta come un dipinto, in tutta la sua bellezza e, a un tempo, fragilità.
I dati catturati dai satelliti sono, infatti, preziosissimi per consentire agli scienziati di effettuare in tempo reale un check-up della Terra e di avere una percezione immediata dell’impronta dei cambiamenti climatici sulla Natura. Grazie a queste sentinelle spaziali, gli studiosi possono, ad esempio, raccogliere informazioni dettagliate sugli spostamenti millimetrici del terreno, sulle inondazioni, o sui versamenti di petrolio, come quello avvenuto alcuni giorni fa a Genova, nel torrente Polcevera. Le misure satellitari permettono, inoltre, di studiare lo stato di salute delle foreste, regno della biodiversità e serbatoio per sequestrare l’anidride carbonica dall’atmosfera. O, ancora, di osservare l’estensione dei ghiacci polari, o la distribuzione degli inquinanti in atmosfera, di cui rappresentano l’1%, per esempio nelle megalopoli, grandi centri urbani che superano i 10 milioni di abitanti.
A bordo del razzo Soyuz ci saranno anche quattro piccoli satelliti, ideati per lo studio della gravità e del campo magnetico terrestri. Uno di essi, uno dei cosiddetti satelliti a forma di cubo battezzati “CubeSat”, è italiano. Si chiama “E-st@r-II”. A realizzarlo, gli studenti del Politecnico di Torino. Il piccolo satellite made in Italy è l’unico progetto italiano selezionato dall’Esa per la competizione europea “Fly your satellite!” (al seguente link un video dell’Esa). Poco più grande di una mano e con un peso di circa un chilogrammo, il suo compito sarà quello di cercare una soluzione a uno dei principali problemi che si riscontrano nella messa in orbita di satelliti a basso costo: il controllo dell’assetto.