“Berlusconi – spiega un esponente azzurro – ha due strade: convergere sulla Meloni cedendo la leadership del centrodestra a Salvini, o sparigliare puntando su Marchini e costruire un centrodestra nuovo". Il fronte composto da Romani, Gelmini, Toti, Bergamini è preoccupato che una rottura con la Lega a Roma possa compromettere alleanze dalla Lombardia alla Liguria. I "lealisti" (Gasparri, Tajani, Matteoli, Fiori) stanno con l'ex Cav qualsiasi decisione prenda
Sarà un lungo weekend di trattative quello che si prepara a vivere il centrodestra a Roma. Silvio Berlusconi non sembra disposto a cedere ai diktat di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Mentre risalgono le quotazioni di una possibile convergenza con Alfio Marchini. “Andiamo avanti tranquilli con Bertolaso, le liste saranno presentate il 29”, fa sapere il coordinatore romano degli azzurri Davide Bordoni dopo un vertice a Palazzo Grazioli. Per oggi, dunque, nessun incontro tra Berlusconi, Salvini e Meloni. I pontieri sono al lavoro, ma i canali ufficiali sono interrotti.
Ribadire la scelta di Bertolaso, dunque, sembra una scelta per prendere tempo. Perché in realtà le due opzioni più probabili al momento sono due: convergere sulla Meloni o virare su Marchini, spiazzando tutti, ovvero la soluzione preferita da Fedele Confalonieri e dagli uomini dell’azienda. “In questo momento combattono due Berlusconi in uno: il primo è simile a quello del ’94, che non si fa imporre niente da nessuno, segue l’istinto e continua con Bertolaso, senza escludere una virata su Marchini; l’altro è quello più prudente, politico, che alla fine in nome dell’unità del centrodestra potrebbe convergere sulla Meloni, anche se a malincuore. Per ora sta vincendo il primo”, confida un parlamentare forzista che vede nell’insistenza su Bertolaso un preludio all’accordo con l’imprenditore romano, magari in un ticket.
Stessa spaccatura c’è dentro Forza Italia, ma qui la questione è soprattutto di poltrone. Il fronte del Nord – Romani, Gelmini, Toti, Bergamini – è preoccupato che una rottura con Salvini a Roma possa compromettere alleanze e governi locali sopra il Po, dalla Lombardia alla Liguria. “Silvio, con la Lega siamo obbligati a governare, non possiamo rompere sennò succede un casino”, è il refrain che il capogruppo in Senato continua a ripetere da giorni all’ex premier. Su di loro grava però il sospetto di tradimento, non si capisce se reale o messo in giro ad arte dal fronte opposto, i “lealisti”, che stanno con Berlusconi qualsiasi decisione prenda. Secondo questi ultimi (Gasparri, Tajani, Maria Rosaria Rossi, Matteoli, Fiori) il fronte del Nord sarebbe pronto alla scissione, proprio per una questione di poltrone.
Per questo motivo tutti hanno drizzato le orecchie davanti alla minaccia della Meloni. “Non aspettiamo più nessuno: se non si fa l’alleanza ora, scordatevi l’apparentamento al ballottaggio”. Tradotto: se volete posti venite ora, anche senza Silvio, altrimenti sarete fuori dalle liste. Oggi, intanto, nessun incontro in vista. “Noi siamo partiti, non aspettiamo nessuno. Non ho sentito Berlusconi, ma credo che sia circondato da cattivi consiglieri che pensano solo alle poltrone…”, osserva Salvini all’inaugurazione della sede della Lega a Roma.
La situazione è fluida, ma la novità delle ultime ore è proprio la risalita delle quotazioni di Marchini. “Salvini a Roma si sta giocando la partita della leadership del centrodestra. A lui del Campidoglio non interessa nulla, sta usando queste elezioni per lanciare la sfida a Berlusconi. Il comportamento della Meloni, invece, è incomprensibile”, osserva Andrea Augello, ex An ed ex Ncd che ora appoggia, con le sue nutrite truppe, Marchini. Un ticket Marchini-Bertolaso sarebbe la scelta più “berlusconiana”. Ma non si può escludere nemmeno un’intesa in extremis con la Meloni, perché il pressing degli azzurri su questo versante è asfissiante (un appello è arrivato anche da Daniela Santanché).
La meno probabile delle opzioni, invece, è proprio quella ribadita oggi da Berlusconi, ovvero la continuazione con Bertolaso. “La candidatura di Guido ha le ore contate e lo sa anche lui, perché è inchiodato dai sondaggi”, confida un esponente azzurro che vuole restare anonimo. “Berlusconi – continua – ha due strade: convergere sulla Meloni, ma in questo caso cede la leadership del centrodestra a Salvini, o sparigliare puntando su Marchini, nell’ottica di costruire un centrodestra nuovo, non lepenista, che segue la scelta su Stefano Parisi a Milano”. Per l’ex Cavaliere sarà un weekend tormentato: la scadenza per la presentazione delle liste si avvicina e una decisione va presa presto.