Il provvedimento riguarda modelli di cinque marche: Porsche, Vw, Audi, Mercedes e Opel. Che tuttavia non avrebbero violato la legge. Test effettuati anche in Inghilterra, dove i modelli a gasolio più popolari superano tutti il limite consentito di emissioni nocive
Un funzionario del governo tedesco ha dichiarato che alcune case automobilistiche richiameranno 630 mila vetture per delle modifiche sui software di gestione delle emissioni nei modelli diesel. Il provvedimento è stato preso seguito dei test ad ampio raggio effettuati in Germania dalle autorità per verificare il livello di ossido di carbonio.
Secondo quanto dichiarato non ci sarebbero violazioni della legge, ma si tratterebbe solo di interventi per limitare le emissioni “in alcune circostanze specifiche” di funzionamento delle vetture. I marchi coinvolti in tali richiami sono Porsche, Volkswagen, Audi, Opel e Mercedes. La Bmw, che era stata investigata precedentemente, non fa parte di questo gruppo.
I test nazionali fanno seguito a quelli europei, dove si era riscontrato il ricorso a “scappatoie” legali per contenere il livello di emissioni in particolari condizioni di utilizzo, apparentemente per proteggere il motore. “Scappatoie”, sulla cui legittimità l’autorità per i trasporti tedesca KBA aveva espresso dubbi.
Anche l’Inghilterra si è mossa con delle verifiche simili. Il ministero dei trasporti inglese ieri ha reso noti i risultati dei test effettuati sui principali modelli di auto a gasolio vendute nel Regno Unito: si tratta di 37 vetture di diverse marche, tra cui Ford, Renault e Vauxhall (Opel) come riporta il Guardian. I test non sono stati effettuati in laboratorio ma in condizioni di utilizzo “reale”, e hanno evidenziato come tutte le auto prese in esame superino i limiti consentiti di emissioni nocive, alcune anche di 12 volte.
Il tutto accade all’indomani dell’accordo siglato dalla Volkswagen con il governo americano, che prevede risarcimenti fino a 5.000 dollari per i quasi 500 mila automobilisti coinvolti, per evitare il processo relativo allo scandalo delle emissioni truccate. Accordo che tuttavia deve ancora essere trovato in Europa, dove i limiti (e i controlli) alle emissioni sono meno stringenti rispetto a quelli americani. Il rischio è che quelli europei vengano trattati come clienti di serie b, anche se da Wolfsburg smentiscono tale eventualità.
Nel frattempo il gruppo Volkswagen ha comunicato che nel 2015 ha subito una perdita operativa di 4,1 miliardi di euro, a causa dei costi dello scandalo dieselgate. Che sono stati di 16,2 miliardi di euro, ovvero più del doppio della cifra di 6,7 miliardi inizialmente preventivata.