Il vicepresidente della Camera: "Non aspettiamo le sentenze, ma prima verifichiamo e poi prendiamo una decisione". Il sindaco: "Quelle mie e di Lemmetti sono state scelte politiche". Il Pd: "Basta piagnistei, comincino a governare"
Luigi Di Maio conferma la linea: prima si vedranno gli atti e poi verrà presa una decisione. I Cinquestelle, insomma, aspettano di capire di più dell’inchiesta in cui è finito l’assessore al Bilancio della giunta M5s di Livorno. Nel Movimento, spiega uno dei membri del direttorio, “chi sbaglia paga per quanto mi riguarda, non aspettiamo le sentenze”. Di Maio ha spiegato però che i Cinquestelle hanno “chiesto l’accesso agli atti: una volta verificata qual è la fattispecie presente nell’avviso di garanzia prenderemo una decisione”. Il caso è quello dell’Aamps, azienda dei rifiuti di Livorno, partecipata al cento per cento dal Comune, al centro di inchieste giudiziarie e di altre crisi politiche nella maggioranza politica dei Cinquestelle. Tra gli indagati dalla Procura (una quindicina) ci sono tre ex amministratori del Pd (l’ex sindaco Alessandro Cosimi e suoi due ex assessori), ma anche l’attuale braccio destro del sindaco Filippo Nogarin, l’assessore al Bilancio e alle Partecipate Gianni Lemmetti.
Nogarin sul blog di Grillo: “Farsa politico mediatica”
Proprio su questo, in mattinata, Nogarin aveva parlato attraverso un video pubblicato dal blog di Beppe Grillo. Per il sindaco toscano si tratta di una “vera e propria farsa politico mediatica“, perché “il Partito democratico sta tentando di ribaltare la realtà addossando all’amministrazione 5 stelle le responsabilità delle condizioni in cui ha versato per anni Aamps”. Per questo il M5s non intende prestarsi “a questo sporco gioco: non vogliamo fare noi da parafulmine per le loro responsabilità”. Nogarin ha ricordato per l’ennesima volta i debiti ereditati dalle gestioni precedenti e i mancati incassi dei crediti della tassa sui rifiuti “senza che il socio unico, ovvero il Comune a guida Pd muovesse un dito per recuperarli”. Da qui la decisione di procedere al concordato preventivo in continuità, approvato a marzo dal tribunale civile. “A quel punto abbiamo deciso di percorrere l’unica strada possibile, quella del concordato preventivo. Una scelta che ha giustamente portato la magistratura a aprire un’inchiesta sulla gestione di Aamps dal 2012 a oggi”. In realtà le inchieste penali su Aamps, in particolare su presunti casi di peculato, sono partite molti mesi prima dell’arrivo in tribunale della richiesta di concordato del Comune.
“Le nostre sono scelte politiche”
Ma Nogarin cerca di smontare una per una le tre ipotesi di accusa dei pm all’assessore Lemmetti. La prima: “Io e Lemmetti abbiamo firmato il bilancio 2014 contro il parere dei revisori dei conti depurandolo di 11 milioni di crediti Tia mai riscossi. Non lo avessimo fatto l’azienda sarebbe fallita e 300 persone sarebbero finite in mezzo a una strada”. La seconda: “Abbiamo poi deciso di assumere 33 precari storici che erano rimasti appesi al ricatto occupazionale della vecchia politica. Senza queste persone non sarebbe stato possibile rilanciare l’azienda”. La terza: “L’ultimo punto è la revoca del cda. Stavano rallentando le pratiche per accedere al concordato, ignorando di fatto le linee guida del socio unico, e cioè il Comune”. Il sindaco Nogarin garantisce che “non facciamo sconti agli altri e non ne faremo neanche ai nostri”. Secondo il primo cittadino, tuttavia, “la reazione politica del Pd è invece quella di un partito che vede sgretolarsi il suo sistema di potere e clientele che gli aveva permesso di occupare per decenni questa città”.
Il Pd: “Piagnisteo, mancano solo le cavallette”
Il Pd replica di nuovo a Nogarin. C’è come sempre Andrea Romano, per esempio, che prende atto “che il suo post ha il sapore della memoria difensiva, di uno scaricabarile che riconferma il totale fallimento suo e della sua giunta”. Simona Malpezzi, un’altra deputata, aggiunge che si tratta di “uno spettacolo degno della peggior vecchia politica: un piagnisteo preventivo in cui sfugge a tutte le sue responsabilità, accampando una sequela di scuse in cui mancano solo le cavallette“. Per il segretario regionale del Pd Dario Parrini “sarebbe invece il caso che Nogarin incominciasse a governare la città. Deve dimostrare di avere i numeri, la forza e la capacità di governare Livorno, perché fino ad adesso i risultati sono molto deludenti”. Da parte del M5s, ha detto ancora, “c’è una strategia totalmente oppositiva per cui si dice no a tutto. Questo però funziona se sono all’opposizione e non mentre sono al governo”. Parrini ha detto di essere “preoccupato per Livorno e premiamo per una svolta del sindaco ad occuparsi della città, invece di lanciare invettive contro un passato che non lo assolve”. “Se Nogarin non è capace a dare risposte – ha concluso – venga a Livorno Di Maio o il direttorio M5s”.