Oggi, domani e lunedì il calcio chiederà giustizia per Giulio Regeni. È cominciato tutto il 3 aprile scorso, in un piccolo campo della periferia romana: il campo Gerini al Quadraro, proprio ai piedi dell’acquedotto. È lì che gioca l’Atletico Diritti, la nostra squadra di calcio composta da migranti, detenuti ed ex detenuti, studenti dell’Università di Roma Tre che supporta questo progetto delle associazioni Antigone e Progetto Diritti. I giocatori sono scesi in campo tenendo in mano delle grandi lettere gialle che componevano la scritta “Verità per Giulio Regeni”. Ne avevamo parlato negli spogliatoi, sulla chat di whatsapp, davanti alla birra del dopo allenamento. Il calcio arriva a tutti, vola più lontano di un comunicato stampa o di una dichiarazione che qualche attivista avrebbe potuto rilasciare. Ci siamo sentiti impegnati, in dovere di dire una parola per un ragazzo che portava avanti la propria ricerca e che è stato torturato e brutalmente ammazzato senza che le autorità italiane facessero tutto quello che era in loro potere per chiedere la verità all’Egitto.
Quel giorno vennero le televisioni al campo Gerini, venne anche Al Jazeera che raccontò al mondo arabo della richiesta di questa piccola squadra di periferia, una richiesta supportata da Antigone, dalla Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili e da Amnesty International. Molti di noi hanno avuto contatti e richieste di amicizia da Facebook da ragazzi egiziani che chiedono anch’essi la verità per Giulio e per i troppi loro concittadini che spariscono forzatamente e dei quali nulla si sa più (sono state contate 88 persone dall’inizio dell’anno, ed è una stima senz’altro per difetto). Allora abbiamo osato di più. Abbiamo chiesto a tutto il mondo dello sport di fare altrettanto. Se noi, una squadra sconosciuta iscritta al campionato di Terza Categoria, avevamo avuto tanta eco, significava che il tema c’era, che la gente vuole sapere cosa è accaduto a Giulio, che gli italiani pretendono fermezza dal proprio governo nell’andare avanti nelle indagini.
Immediata la risposta della Serie B di calcio, che tra poche ore scenderà in campo con gli striscioni gialli che chiedono la verità per Regeni. Dopo poche ore arriva anche l’adesione della Lega Serie A di pallavolo femminile, un fiore all’occhiello del nostro sport nazionale. E poi la Serie A di calcio, il più seguito torneo in assoluto del nostro Paese, milioni di persone in tutto il mondo che domani vedranno quella scritta e si sentiranno rappresentati dalle società sportive e da quei giocatori che stanno lì a chiedere di sapere, a chiedere che venga fatta giustizia per un ragazzo di ventotto anni torturato e ucciso da un regime che continua a dire tante, troppe bugie. Grazie a tutti coloro che hanno voluto dimostrare che lo sport non è solo competizione agonistica ma è testimonianza dei valori più alti come la verità e la giustizia e grazie a chiunque dal mondo dello sport italiano vorrà aggiungere alle lettere degli striscioni una sua personale richiesta perché l’Italia non lasci mai sola la famiglia di Giulio.