Le vittime della più grande strage di migranti nel Mediterraneo, avvenuta quasi un anno fa, si trovano ancora 370 metri sotto il livello del mare. Soltanto 28 furono allora i sopravvissuti, 169 i cadaveri recuperati, e si pensa siano almeno 400 corpi all’interno del barcone adagiato sul fondo che la Marina Militare, a richiesta del governo, riporterà a galla entro la fine di questo mese.
Se si potessero fermare invece così come sono, statue di se stessi in fondo al mare, con le espressioni ormai serene e gli abbracci dell’ultimo momento.
Se si potessero proteggere dall’oltraggio del tempo e delle creature marine, li terrei lì piuttosto che farli appassire in una fossa sconosciuta e arida di un cimitero siciliano, li lascerei in quel cobalto silenzioso.
E porrei una scritta, per i visitatori che raggiungessero le profondità del santuario a bordo di qualche macchina del futuro: «Non sappiamo e non importa da cosa fuggissero, ma il loro grande sogno mancò anche a noi».