Sesso & Volentieri

Kinky sex, quando il bondage sostituisce lo yoga: “Chi riceve dolore raggiunge una sensazione di tranquillità, di distorsione temporale”

Sono diverse le ricerche e i test scientifici che comprovano oramai come lo “stato alterato” del cervello dovuto alla pratica meditativa abbia un legame forte con il meccanismo mentale attivato dal bondage, dalla dominazione, e dalla sottomissione: “La ragione per la quale queste attività possono essere così estreme ad un certo livello è perché risultano particolarmente efficaci a spingere il cervello nel cambiare la distribuzione del flusso di sangue”

di Davide Turrini

Stanco dello yoga? Per una buona meditazione potete provare le pratiche BDSM. Sono diverse le ricerche e i test scientifici che comprovano oramai come lo “stato alterato” del cervello dovuto alla pratica meditativa abbia un legame forte con il meccanismo mentale attivato dal bondage, dalla dominazione, e dalla sottomissione. Secondo la comunità medica la meditazione è una tecnica per il riposo della mente che fa raggiungere uno stato di coscienza totalmente diverso dal normale stato di veglia, quindi una pratica in grado di regolare le emozioni. Gli scienziati hanno associato la meditazione con i cambiamenti funzionali nel cervello, ed in particolare con una notevole riduzione della patologia del “mind-wandering” (il flusso di pensieri e informazioni che improvvisamente sposta la nostra attenzione dal compito che avevamo finendo su argomenti svariati senza nesso logico ndr). Ma da oggi sembra esserci un altro modo per accedere a questo “stato alterato” della mente simile alla meditazione sotto forma di quello che nel mondo anglosassone si chiama “kinky sex”.

In uno studio effettuato da due medici olandesi, Andreas Wismeijer e Marcel Van Assen, è stato rilevato che i praticanti assidui di BDSM possiedono tratti psicologici più positivi rispetto alla norma: meno nevrotici, più estroversi, più aperti a nuove esperienze, più coscienziosi, meno sensibili al rifiuto, e soprattutto con un alto benessere soggettivo. In un altro studio i medici statunitensi Brad J. Sagarin e Bert Cutler hanno scoperto come tra una sessantina di coppie che praticano regolarmente sesso BDSM aumenti la loro intimità di relazione, ma soprattutto vivano la quotidianità con meno stress.

Sagarin, professore di psicologia alla Northern Illinois University, è anche fondatore di The Science of BDSM, e ha spiegato recentemente al Guardian come nei suoi laboratori vengano raccolti dati “sul campo”, assistendo ad eventi ospitati da organizzazioni BDSM ma non solo, chiedendo poi ai partecipanti di compilare sondaggi, fornire campioni di saliva, e rilevare con test cognitivi le loro sensazioni prima e dopo i loro momenti di kinky sex: “Nei nostri studi, tra coppie consenzienti che praticano BDSM abbiamo verificato un impatto positivo di queste pratiche nella relazione di coppia: un aumento del rapporto di vicinanza e intimità, diminuzioni di stress psicologico, e prove di uno “stato alterato” della coscienza e della mente”.

“La ragione per la quale queste attività possono essere così estreme ad un certo livello è perché risultano particolarmente efficaci a spingere  il cervello nel cambiare la distribuzione del flusso di sangue”, si spiega in un articolo della rivista Live Science.  “Il fenomeno può portare, soprattutto a chi riceve dolore, ad una sensazione di essere sospesi, di tranquillità, di distorsione temporale”. All’interno della comunità BDSM questa esperienza viene definita col termine “subspazio”, una diminuzione del normale funzionamento cognitivo che sempre secondo gli appassionati di BDSM consente a chi lo pratica di rilassarsi, lasciarsi andare, e vivere uno “stato alterato di coscienza”, proprio come la meditazione. Tanto che questo cambiamento temporaneo nella funzione del cervello spinge molti “insegnanti” di pratiche BDSM a scoraggiare le persone che l’hanno appena vissuto a guidare dopo una “sessione”. Per chi volesse capirne di più di pratiche sadomaso il sito Mashable.com suggerisce di seguire all’opera, o magari partecipare alle sedute, l’Orfeo Nero, un master che dà lezioni private di “schiavitù meditativa”: “E’ un modo per liberare la mente e lasciarsi andare – ha spiegato l’Orfeo Nero in un’intervista – E’ simile al motivo per il quale molti genitori hanno avvolto i loro bambini per secoli: una pratica che li fa sentire curati e al sicuro”.

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