Quando i dimostranti, in maggioranza italiani, hanno tentato di smantellare le barriere sul lato austriaco del confine la polizia austriaca - dotata di due camion-cisterna con cannoni ad acqua - ha utilizzato gas lacrimogeni e manganelli
I manifestanti erano 300, i poliziotti almeno 100 di più. E così la manifestazione dei centri sociali per la libera circolazione di tutti e contro la costruzione di barriere al passo del Brennero è degenerata. Quando i dimostranti, in maggioranza italiani, hanno tentato di smantellare le barriere alzate sul lato austriaco del confine le forze dell’ordine – dotate di due camion-cisterna con cannoni ad acqua – hanno utilizzato gas lacrimogeni e manganelli.
Il leader del Tpo (Teatro Polivalente Occupato) di Bologna, Gianmarco De Pieri, è stato fermato mentre marciava con tutti gli altri per opporsi ai controlli che Vienna intende imporre al valico in vista di un possibile aumento nel numero di migranti in arrivo.
Gli agenti avevano allestito un punto per bloccare la manifestazione lungo la strada statale che scende dalla passo del Brennero. Il luogo era stato contrassegnato con le strisce bianche e rosse in uso alla polizia e dietro erano state montate delle transenne metalliche. Alle spalle delle transenne decine e decine di poliziotti, tutti con la loro tuta nera, il casco con la visiera, il giubbotto antiproiettile ed il manganello. Quando i manifestanti sono giunti a poca distanza dai poliziotti, hanno stracciato il nastro rosso e bianco ed hanno gettato alcuni oggetti, ombrelli colorati e giubbotti salvagente, alla volta degli agenti. A questo punto da parte austriaca sono state lanciate alcune cariche di gas urticante che hanno investito i ragazzi che si trovavano nelle prime file. Contemporaneamente sono apparsi di fronte alla folla due grandi veicoli blindati con gli idranti.
“È stato un sequestro di persona politico: quando mi hanno rilasciato non mi hanno dato alcun documento, nessuna carta. L’unica accusa è di aver parlato al megafono e di aver agitato le braccia” racconta all’Ansa De Pieri, candidato alle comunali di Bologna. “‘Ma se l’unica accusa è di aver parlato al megafono, lo fate per tapparmi la bocca’, gli ho detto. E loro mi hanno fatto tradurre dall’interprete che sì, non devo andare in Austria a fare queste cose, che lì io non avrei più parlato, che potevo tornare a parlare solo una volta rientrato in Italia”. Il fermo, ha aggiunto, “è stata un’azione di polizia imprevista, immotivata, illogica, brutta. È un problema anche di diplomazia non esiste che un cittadino italiano venga trattato così, tanto che si è mosso anche il ministero e l’ambasciatore italiano in Austria, a contatto con alcuni parlamentari”.