Il meccanismo è semplice: un messaggio su WhatsApp, su un gruppo o in una conversazione privata, la promessa golosa di una facile vincita e il click che parte immediato. È così che si casca nell’ultima bufala del web, quella che assicura buoni sconti presso le migliaia di negozi Zara: i messaggi-esca arrivano corredati di emoji e di false “testimonianze” di chi ha già approfittato dell’offerta, il lettore distratto si fida e clicca sul link. A quel punto il telefono vibra e l’utente viene reindirizzato su una pagina che richiede, in cambio del buono da 150 euro da spendere in capi d’abbigliamento, di rispondere a una serie di domande.
Finite le domande, però, arriva un’altra richiesta: per ottenere l’accesso al buono occorre girare il questionario ad altri 10 amici o a 3 gruppi di WhatsApp. Questo quando il messaggio non viene inoltrato addirittura in automatico ai contatti memorizzati nella rubrica, senza che l’utente se ne accorga. Del buono, finora, nemmeno l’ombra: continuano ad aprirsi, invece, finestre e siti che offrono servizi in abbonamento. Terminato questo lungo iter, ops, l’ultima pagina avverte che purtroppo i buoni sono andati esauriti. Ma ci sono altre offerte che potrebbero interessare… e parte la nuova giostra: raccolta di dati personali, pubblicità non gradita e iscrizione a servizi a pagamento.