“Ma è davvero così bello?”, chiede l’amica. “Sì”. “Ti sei rifatta gli occhi”. “Sì. È tanta roba anche se acciaccato e in pigiama”. Sono queste le frasi incriminate postate sulla sua bacheca Facebook dal pm di Imperia Barbara Bresci. Parole che le sono costate la sottrazione dell’inchiesta – la decisione è della procuratrice di Imperia Giuseppa Geremia – sull’esplosione a febbraio della villetta a Sanremo in cui era ospite Garko e nel quale è morta una donna, Maria Teresa Gugliermetti.
Il figlio della vittima si dice sconvolto delle frasi scritte sul social network. Ed è comprensibile che sia così. Da un pm ci si aspetta un contegno irreprensibile, un silenzio assoluto anche sui dettagli dell’indagine che sta portando avanti. Non è una scusante dunque il fatto che si trattasse di un aspetto marginale all’inchiesta – la bellezza di Garko – né che i commenti fossero apparsi nella bacheca Facebook di soli amici: Facebook è un social network pubblico, tutto ciò che vi viene postato è pubblico e bisogna accettare che possa eventualmente circolare. Dunque un errore, forse anche grave, un gesto magari istintivo ma che sarebbe stato meglio evitare, riflettendo sulle conseguenze che avrebbe potuto causare.
Fin qui gli errori di Barbara Bresci. Basta quanto fatto per sottrarle l’indagine sullo scoppio della villetta? No, assolutamente no. Non si capisce in che modo la fascinazione verso Garko, esternata sul social network, possa influire sull’inchiesta in corso, visto che non si tratta di una dinamica aggressore-vittima ma di uno scoppio le cui cause sono ancora da verificare. Troppo zelo insomma quello della procuratrice di Imperia Giuseppe Geremia: sarebbe forse bastato un richiamo. Un errore che si aggiunge a un errore: da un lato, lasciarsi andare a commenti inopportuni su una persona direttamente coinvolta nell’indagine che si sta seguendo; dall’altro, la decisione di sottrarre l’inchiesta senza alcun serio motivo. Un pasticcio, insomma, dal quale non escono bene entrambe le magistrate. La vicenda, comunque, è al vaglio della Commissione disciplinare del Csm. Nel frattempo la pm ha chiuso il profilo Facebook ed è convinta che qualcuno l’abbia tradita. Può essere. Ma l’unico modo per tutelarsi sarebbe stato evitare frasi così inopportune per chi riveste un ruolo pubblico cruciale e importante.