La Juventus è imbattibile. Bisogna arrendersi, come si è arresa la Fiorentina. Che è un’ottima squadra (pur sempre la quinta forza del campionato), profondamente motivata da una rivalità storica, ispirata nei suoi singoli da Bernardeschi a Kalinic. Ha giocato bene, benissimo nel secondo tempo. Ha trovato anche uno dei rari errori stagionali della difesa bianconera per pareggiare, ha avuto un rigore (inesistente) al 90′, e pure un’ultimissima occasione clamorosa a tempo scaduto nel recupero. Ma niente, hanno vinto lo stesso i bianconeri. Perché quando Bonucci sbaglia e regala un gol, Morata appena entrato dalla panchina segna all’azione successiva; quando arriva il rigore contro, Buffon lo para in maniera inesorabile. Quando in mischia la palla buona capita sulla testa dell’attaccante avversario, il colpo a botta sicura finisce sulla traversa.
La partita che porta in dote il quinto scudetto consecutivo (l’ufficialità potrebbe arrivare già oggi, se il Napoli non batte la Roma all’Olimpico) è un po’ il simbolo di tutto il campionato: novanta minuti splendidi per qualità ed intensità, tra i migliori in assoluto dell’anno, sanciscono se mai ce ne fosse bisogno un dominio ormai quasi imbarazzante. In Italia c’è la Juventus, e poi tutte le altre. Che non riescono neanche ad intaccare la supremazia bianconera. Sul lungo periodo – impresa praticamente impossibile – ci ha provato il Napoli di Maurizio Sarri: nonostante la miglior stagione di sempre dai tempi di Maradona, e un Higuain da trenta e passa reti in Serie A, finirà ad almeno dieci lunghezze di distanza. Nella partita secca, invece, ci hanno provato più o meno tutte. Per orgoglio, come la Fiorentina. Quasi per disperazione, come il Milan in una delle ultime uscite di Mihajlovic. Per tradizione il Torino nel derby. Non ci è riuscito nessuno, se non un po’ casualmente (e comunque parzialmente) il Bologna, che ha strappato un pareggio alla 26esima giornata, in un turno un po’ interlocutorio prima degli ottavi di Champions League.
Quella è stata anche l’unica partita che la Juve non ha vinto nel girone di ritorno (e pure oltre): 24 successi negli ultimi 25 incontri hanno annichilito il campionato, o meglio quell’illusione di campionato che un po’ tutti ci eravamo fatti dopo l’inizio disastroso, frutto del riassestamento dopo il mercato estivo. Ma a ben vedere dal 28 ottobre scorso (Sassuolo-Juventus 1-0, ultima sconfitta dei bianconeri) non c’è più stata storia. L’altra partita simbolo della stagione non è in campionato ma in Coppa Italia contro l’Inter, l’unica occasione da quando è cominciata la rimonta in cui la squadra di Allegri è davvero apparsa inferiore (seppure per il breve arco di novanta minuti) a qualcuno. I bianconeri però hanno vinto persino in quella serataccia storta. Perché sono i più forti, con Dybala e Buffon, Pogba e tutta la difesa. Sono i più ricchi, con un fatturato da oltre 300 milioni di euro inavvicinabile per tutte le altre, che permetterà di acquistare altri campioni in estate. Sono anche i più fortunati, ma la fortuna – si sa – aiuta gli audaci. Sono semplicemente imbattibili, e non resta che prenderne atto, renderne merito e voltare pagina. Un altro campionato è finito, chissà quando finirà invece il dominio bianconero.
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