“Aiuti per proteggere” le risorse petrolifere del Paese. E’ la prima richiesta di aiuto ufficialmente avanzata dal Consiglio presidenziale libico guidato da Fayez al Sarraj all’Onu, ai Paesi europei e quelli africani confinanti. In un comunicato, il Consiglio esprime profonda preoccupazione per gli avvertimenti ricevuti dalla Compagnia Nazionale Petrolifera (Noc) e dai rapporti delle forze di sicurezza su possibili attacchi a installazioni petrolifere, anche marittime.
Due giorni fa l’Isis ha lanciato una nuova offensiva nei pressi dei pozzi di Brega: i miliziani avrebbero preso il controllo del cosiddetto ‘checkpoint 52‘, a sud dell’importante porto petrolifero, nel golfo della Sirte. I guardiani dei vicini pozzi hanno respinto l’attacco durante violenti scontri che – secondo fonti locali – hanno provocato un morto e sei feriti tra gli stessi guardiani.
Questa mattina, hanno fatto sapere fonti di Palazzo Chigi, Al Sarraj ha avuto una conversazione telefonica con Matteo Renzi. Al centro del colloquio la situazione nel Paese, alla vigilia della riunione ‘Quint’ di oggi nel castello di Herrenhausen, ad Hannover. Nella città tedesca, nel pomeriggio Renzi ha visto il presidente degli Usa Barack Obama, la cancelliera Angela Merkel, il presidente della Francia François Hollande, il premier britannico David Cameron.
In un’intervista a La Repubblica, il presidente del Consiglio ha ribadito la linea tenuta dal governo italiano negli ultimi mesi: in Libia “interverremo solo se il governo Sarraj chiederà a noi e al resto della comunità internazionale un sostegno”. “E solo insieme alla comunità internazionale – aggiunge il premier – pronti a un ruolo forte, ma niente avventure”.
Secondo il Daily Mail, commando britannici “si preparano” a lanciare entro alcune settimane un attacco contro i gruppi affiliati allo Stato Islamico che controllano Sirte. Il tabloid precisa che le forze speciali Gb si uniranno a quelle francesi e americane. I militari britannici verranno impiegati simultaneamente anche nell’operazione per riconquistare Mosul, la ‘capitale’ del Califfato in Iraq. Sabato il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, aveva dichiarato al The Telegraph di non per “escludere” la necessità di truppe in futuro per combattere i terroristi che controllano un tratto di costa mediterranea della Libia.