Scioperi, il boom negli anni di Alemanno e Marino
Senza contare gli scioperi. Mettendo a confronto gli ultimi due anni e mezzo delle giunte Veltroni e Alemanno con i due anni e mezzo in cui Ignazio Marino è stato al campidoglio, si scopre che la conflittualità tra categoria e istituzioni è cresciuta: i dati forniti dall’Autorità Garante mostrano come tra il 10 febbraio 2006 e il 10 giugno 2008, seconda metà del mandato di Walter Veltroni, il Tpl ha proclamato 99 scioperi e ne ha effettuati 62; tra l’11 febbraio 2011 e l’11 giugno 2013, era Alemanno, le proclamazioni erano lievitate a quota 141 e le agitazioni effettuate erano state 84; tra il 12 giugno 2013 e il 31 ottobre 2015, amministrazione Marino, la categoria ha proclamato 139 agitazioni (in media una a settimana) per poi incrociare le braccia 88 volte. Dati imputabili anche al fatto che in quei mesi non era stato ancora firmato il nuovo contratto collettivo, il cui rinnovo era atteso dal 2007. Ma anche dopo la caduta del “marziano” la situazione per i pendolari romani è rimasta difficile: dal 1° novembre al 21 aprile sono state 35 le agitazioni proclamate, 12 quelle effettuate. Alla conta vanno poi aggiunti i cosiddetti scioperi selvaggi che non rientrano nei conteggi del Garante perché non dichiarati secondo le regole. Nel 2015 gli episodi eclatanti sono stati 3: a inizio aprile si paralizzò la linea Atac Roma-Giardinetti; il 17 aprile, quando tre agitazioni non annunciate bloccarono Roma e sulla metro A si sfiorò la ressa perché i passeggeri vennero fatti scendere dai mezzi alla stazione Arco di Travertino; ma l’apice del caos si verificò durante i 20 giorni sciopero bianco a luglio.