Marino chiede agli autisti di lavorare di più: 20 giorni di caos
Cosa aveva scatenato l’ira estiva delle sigle sindacali? Il Campidoglio aveva chiesto agli autisti Atac di timbrare il cartellino e allineare gli orari di lavoro a quelli delle altre città italiane in cui i macchinisti lavorano fino a 350 ore annue in più: poche le 32 ore a settimana di guida per gli autisti di bus capitolini contro le 36 di Milano, dove peraltro i conducenti della metro nel 2014 hanno guidato per 1.200 ore contro le 750 dei colleghi romani. L’amministrazione chiedeva, inoltre, che i bonus venissero agganciati al rendimento e alla produttività. I conducenti avevano risposto con luna guerra a colpi di sciopero cosiddetto “regolamentare“: segnalavano ogni tipo di guasto, reale o meno, su bus e treni per non entrare in servizio. Solo in metropolitana, dal 1 luglio i treni rimandati nei depositi erano aumentati del 200% rispetto a giugno e si era registrato un + 300% rispetto alle prime tre settimane di luglio 2014. Risultato: oltre 20 giorni di agitazioni selvagge che mettevano in ginocchio la Capitale, aumentavano l’acredine dei romani nei confronti di Marino, che rispondeva azzerando il cda e facendo dimettere l’assessore ai Trasporti, il renziano Guido Improta. E segnando, così, l’inizio della propria fine.